Dead To Me: l’amicizia vera non finisce nemmeno dopo la “morte”

Amiche per la morte – Dead to Me (Dead to Me) è una serie televisiva statunitense dark comedy e thriller del 2019 creata e prodotta da Liz Feldman. Will Ferrell, Adam McKay e Jessica Elbaum. La serie prodotta dalla CBS Television Studios è stata presentata il 3 maggio 2019 su Netflix e nel cast le talentuose Christina Applegate e Linda Cardellini . La prima stagione ha ricevuto un feedback positivo. Nel giugno 2019, Netflix ha rinnovato la serie per una seconda stagione che è stata rilasciata l’8 maggio 2020. Al 71º Primetime Emmy Awards, la Applegate ha ricevuto una nomination come miglior attrice protagonista in una serie comica. Nel luglio 2020, la serie è stata rinnovata per una terza e ultima stagione. A causa della pandemia COVID-19, la produzione per la terza stagione è stata ritardata fino a metà 2021 e ulteriormente ritardata dalla diagnosi della Applegate per sclerosi multipla. La terza e ultima stagione è stata rilasciata il 17 novembre 2022.

DI COSA TRATTA “Dead To Me”: amiche per la morte?

Dead to me racconta di Jen Harding ( Applegate), una donna distrutta che ha perso da poco il marito, falciato da un pirata della strada quando, a un incontro per persone in lutto, fa la conoscenza di Judy Hale (Cardellini). Judy è una manna dal cielo per Jen, è una donna dolce e gentile, l’unica persona con cui Jen sente davvero di poter parlare, e impulsivamente, decide di ospitarla nella sua depandance… Certo è strano scegliere di ospitare una perfetta estranea, anche se molto gentile, ma Jen si sente sola e avere una persona adulta in casa che può aiutarla in caso di bisogno le sembra un miracolo. Per sua fortuna, Judy è una donna sensibile, gentile e brava con i bambini tanto che, dopo un primo momento di perplessità e diffidenza, anche i figli di Jen finiscono per affezionarsi a lei. Ma come lei, anche Judy nasconde un segreto, più di uno in realtà: tra le due nascerà un rapporto di odio e amore ma sostenuto sostanzialmente da una forte amicizia. E nel mezzo si tratteggerà sempre più la verità sulla morte di Ted, il marito ucciso di Jen.

Una Dark Comedy che è solo una premessa

Mie carə Bradshawine, Dead To me si potrebbe benissimo definire una “Dark Comedy” ma è molto altro in realtà. Si presenta come tale, ma nel bel mezzo della sua scrittura si tratteggiano vari sottogeneri mescolandoli tra loro: da quello comedy con punte di ironia e quel black humor che caratterizza da sempre quei prodotti americani famosi, passando a quello thriller e mistery, al Guilty Pleasure perverso e instancabile, per poi arrivare al genere crime e dark, quando il tutto si complica con susseguirsi di omicidi. Però ci sono anche note riflessive, romantiche e intrise di sentimenti in Dead To me, facendo riferimento anche ad alcuni prodotti predecessori e storici come l’indimenticabile “Desperate Housewives“. Però, nello stesso tempo, la serie ha una sua omogeneità e unicità nel suo percorso attraverso la storia riuscita sicuramente per gli interpreti. Sia chiaro, non è eccellente come prodotto, molto spesso sempliciotto e banale (s)cadendo anche nel cliché e stereotipato, causa sicuramente la scarsa bravura dei sceneggiatori nella scrittura. A prescindere, il prodotto crea quello stato di curiosità misto alla tensione e suspense che ti tiene incollato allo schermo nel scoprire per tutto il tempo  se Jen e Judy riusciranno a farla franca, forse. Fin dalla prima stagione, la Feldman, ci mostra come può essere l’elaborazione del lutto e come possa, assurdamente e impensabilmente arrivare dai luoghi più disparati della terra, anche da chi, involontariamente è responsabile, in parte, della morte di tuo marito. Il filone ha continuato anche nella seconda stagione tra alti e bassi, urla e momenti di follia totale. Per culminare tutto quanto in una terza e ultima stagione che metterà veramente in pericolo l’incolumità e la vita delle due folli donne.

La vera punta diamante qual è di DEAD TO ME ?

ATTENZIONE SPOILER: se non hai visto la serie non continuare la lettura dell’articolo

Ovviamente Jen e Judy! Due donne diametralmente opposte fin dal loro primo incontro. Però un incontro, oserei dire bizzarro, ma nemmeno tanto perchè è in correlazione con l’intero concept della serie: solidarietà femminile, potere rosa,  non femminista estremo, che è diverso.

Jen sta affrontando un periodo di grave lutto con due figli a carico, un lavoro da portare avanti, una casa e una famiglia letteralmente in pezzi dopo che Ted è stato ucciso lasciandoli da soli. Tutto quanto grava totalmente sulle sue spalle, ogni responsabilità e sentimento da tenere a freno, problemi giornalieri, emotività da dosare grazie ai bicchieri di vino che spuntano come funghi. Jen è arrabbiata, nervosa, incattivita, cinica, dannatamente cinica, piena di livore e vendetta nei confronti di chi ha ammazzato ed è scappato/a lasciando suo marito a morire sulla strada come una cane. Ben presto però la sua vita, la sua concezione di tutto, la verità di chi fosse suo marito e i suoi scheletri, vengono a galla facendo capire alla donna che forse, quella vita “perfetta” sulla quale ha idealizzato da sempre, era tutto tranne che perfetta. A farle capire questo, a farle guardare la realtà, ad ammorbidire un carattere duro e scontroso, a buttare fuori delle fragilità e insicurezze continue ci penserà una persona “sconosciuta”: Judy, una donna che deciderà contro ogni convinzione e assurdità di ospitare in casa sua… ma Jen è ignara chi sia realmente Judy.

Judy è totalmente l’opposto di Jen: una donna spiritosa, solare, gioiosa, divertente, brillante, piena di vitalità e sempre pronta a dimostrare a chiunque il suo appoggio incondizionato e quel sorriso, che anche nei momenti peggiori della sua vita ha tenuto sulla bocca: come non stimare Judy Hale? Sì, forse alle volte era tonta e poco matura, ma c’era bellezza in quella donna: unicità. Judy incontra Jen durante un gruppo di sostegno per il lutto: le due socializzano, anche se Jen è diffidente inizialmente perchè restia nel conoscere gente e fidarsi. Ma le due donne, inaspettatamente, iniziano a conoscersi tanto da portare Jen ad ospitare Judy a casa sua, una perfetta sconosciuta, una persona che magari, sotto sotto, non è così innocente e senza peccato? Judy ha un brutto difetto: non sa mentire del tutto, lei sa di essere la responsabile del dolore che Jen e i suoi figli stanno vivendo quindi decide, senza però ammettere del tutto la verità, soggiogata e frenata dal suo ex fidanzato Steve Wood (James Marsden) vivrà a stretto contatto con la famiglia di Jen reprimendo il suo senso di colpa che giorno dopo giorno emerge prepotentemente.

Le due donne, nel marasma della verità e di tutto quello che porterà inevitabilmente a galla, creerà, stranamente, assurdamente, inspiegabilmente, un vero e sincero legame d’amicizia fatto non soltanto di oscuri segreti e mezze verità, ma anche un vero rapporto di bene, di unione, lealtà e fiducia tra loro due. Il vero diamante sono infatti loro, sono ciò che sorreggono lo show con le loro esuberanze, scelleranze, follie insensate, azioni incontrollate , illogiche e profondo bene.

Ma Jen e Judy senza rendersene conto sono più simili di quanto avessero mai pensato: ed è proprio quello il vero perno del loro rapporto, del loro profondo legame. Entrambe riescono a far emergere il loro lato oscuro, ma anche migliore di una e dell’altra, e lo fanno senza poi così tanto faticare facendo leva sulle loro emotività e fragilità messe continuamente in discussione. Ed è proprio nella terza stagione che, avvicinandoci alla “fine” il loro rapporto si ritroverà ad attraversare tornanti, tempeste e fiumi di sangue da nascondere.  Però, contrariamente a come si possa pensare, sorretto dal fatto che ci hanno presentato Judy come irresponsabile e irrisolta e Jen quella ferma e coscienziosa, quella che combinerà di tutto, quella che metterà nei casini loro due, sarà la stessa Jen perchè tra loro è lei la vera mina vagante, mentre Judy se ne prende cura e l’aiuta come un valoroso cavaliere farebbe con la sua regina per tutto il tempo

LA RESA DEI CONTI “FINALE”

Jen e Judy capiscono che dopo tutto quello che è successo nei due anni precedenti con il KARMA NON SI SCHERZA AFFATTO! Le due donne si ritroveranno di nuovo faccia a faccia con gli errori e conseguenze delle loro azioni che si ripercuotono nella loro vita, con annesse le imprevedibilità nel mezzo con la morte da titolo e con un epilogo forse un pò troppo fuori contesto e strappalacrime rispetto alla freddezza e cinismo a cui ci avevano abituato dall’inizio. Ovviamente per loro due, ma anche per tutta la durata della terza stagione un elemento che si rincorre è spesso il tempo che avanza e che non c’è più per tutti quanti. I ruoli però si ribaltano quando avverrà un incidente che coinvolgerà Jen e Judy e dall’altra parte Ben, fratello gemello di Steve. Difatti la resa dei conti è vicina per le nostre due combattenti sostanzialmente buone segnate inesorabilmente dalla morte e lo saranno fino al giro di boa con sorprendenti e, a volte, colpi di scena prevedibili, a cui la serie ci ha insegnato ad abituarci dall’inizio.

Dopo l’incidente che coinvolge parallelamente le tre persone, verranno in superficie tante verità scomode, così come la morte di Steve da parte di una Jen incontrollabile ma aiutata da una razionale Judy dell’occultamento di cadavere e al sostegno, inaspettato, dell’agente di polizia Ana Perez ( Diana Maria Riva) mossa, nonostante la divisa, da una forte solidarietà tra donne: la prima poliziotta di una serie tv che è umana con le colpevoli. A mettere i bastoni fra le ruota ci penserà però Nick Prager (Brandon Scott) collega ed ex di Judy che è intento a scoprire la verità indagando con sospetto sulle donne, inoltre la new entry dell’FBI, Glenn Moranis (Garret Dillahunt) che sta indagando sulla morte di Steve e la mafia Greca con la quale Steve era entrato in affari truffandoli. Il tutto si stringe attorno alle nostre protagoniste che cercano di rimettere a posto le proprie vite, finite ormai in mille pezzi. Il ritmo resta frenetico e velocizzato dando tempo, a volte, di dover affrontare lo tsunami che suonerà ogni volta che qualcuno busserà alla loro porta, la stessa che Jen vorrà distruggere in piccoli pezzettini. La cosa sorprendente però è che sotto ammassi di comicità intelligente, ci sia una profondità arguta nello show anche quando sembra che tutto possa saltare per aria come una TNT e proporre scenari assurdi e impensabili. 

Nonostante l’epilogo mantenga quella verve comica, drammatica e a tinte oscure, ci sembra però diverso dai precedenti perché farà spazio a tante lacrime amare a seguito di notizie sconvolgenti nel bel mezzo di tutto il resto. Infatti la storyline delle due donne sembra ormai volgere al termine con la chiusura di un cerchio totale sostenuto dalla completezza delle due donne, la dolcezza e a tratti ingenuità che caratterizzano il carattere di Judy nell’affrontare perfino una notizia orrenda e che forse, dentro di sé, credeva di essersi scansata, almeno quella. Dall’ altra parte Jen nell’affrontare un’altra notizia che cambierà totalmente la visione di tutta la sua vita e nel frattempo dovrà affrontare ciò che il karma ha presentato alla sua migliore amica: qualcosa che inevitabilmente cambierà tutto quanto consolidando il rapporto.

Questo obbligherà Jen a mettere da parte la sua durezza e menefreghismo capendo che ora Judy ha bisogno di lei. Il merito è sicuramente soprattutto della bravura e della forte chimica palese che traspare tra la Applegate e Cardellini che davvero sembrano due sorelle, anzi, molto di più. Bisogna fare un plauso alla professionalità e costanza di Cristina Applegate che ha girato la serie nonostante le avessero diagnosticato la malattia, nonostante fosse difficile e logisticamente impossibile, l’attrice doveva portare a termine ciò che aveva iniziato come ogni professionista serio d’altronde: in quel finale c’erano anche Cristina e Linda secondo molti. La chiusura del cerchio però si percepisce più pesante e dolorosa perchè Judy si ritrova ad affrontare una grave malattia e a dover fare i conti con essa, ma sostenuta dalla forza di Jen che non la lascerà fino alla fine. Il finale sa di agrodolce e ti fa sentire fragile ed emotivo per tutto il suo ultimo ciclo. Alla fine, Jen assieme a Ben decide che ormai deve rivelare il segreto di tutti, ma proprio sugli ultimi secondi la scena si oscura e si conclude. Un finale che ha diviso gli spettatori legati fin da subito alla serie, abituati al modus operandi, ma che si sarebbero perlomeno aspettati (essendo la fine) di vedere Jen rivelare il segreto a Ben. Che poi, a pensarci bene, come hanno fatto notare opinioni simili, di Judy non si avrà più traccia, lei è sparita: ma è morta davvero o ha deciso di salpare su quella barca e sentirsi libera per sempre con il benestare della sua spalla amica? Tutto può essere anche perché la creatrice stessa ammette che l’intento del finale era quello lì: ovvero che era iniziato tutto con una bugia e segreti e che doveva chiudersi in quel modo. Magari ci fanno credere che Judy sia morta per farci percepire quel senso di chiusura totale? Detto ciò, è triste che il destino e la vita abbia presentato quella carta a Judy: lei non lo meritava affatto, non dopo la vita che aveva avuto nel cercare più di sopravvivere che vivere, così come anche Jen che finalmente, dopo drammi continui aveva trovato la sua anima gemella: la sua persona, entrambe l’avevano trovata. Jen ha trasmesso e donato senza riserve quel bene a Judy che le era mancato da tutta la vita e l’ha fatta sentire una madre e una vera amica, e Judy, da parte sua, l’aveva migliorata come donna, madre ed essere umano. Due anime complementari che il libero arbitrio e forse anche il destino aveva fatto incontrare. Non dimentico, come i tanti altri bellissimi momenti tra loro, quando Jen le dice dopo aver scoperto della malattia, affranta e distrutta:

Tu sei il mio cuore, Judy

Tutto è racchiuso in queste parole: tutto il loro amore incondizionato.

A prescindere dal cliffhanger di Jen con Ben ( che non mi facevano impazzire), e le questioni risolte, e la presunta morte di Judy e tristezza annessa, a noi spettatori che ci siamo affezionati alle due ragazze, ci piace pensarle ancora insieme: sedute sul lettone, tra segreti, confidenze, lacrime, bicchieri di vino e intente a commentare una telenovelas in spagnolo scadente una a fianco all’altra facendosi forza perchè Dead To me, nonostante le brutture e bellezze, imprevisti e avversità, mostra qualcosa di tangibile e sincero: che l’amicizia vera può andare oltre la legge della natura e delle conseguenze, un pò come Thelma & Louise  o Grace and Frankie (più giovani) che l’amicizia vera tra donne esiste davvero e che non finisce nemmeno dopo la “morte

Addio Jud e Jen, mi mancherete davvero.

VOTO: 7

Miss. Bradshaw

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