Titolo: 1899
Regia: Baran Bo Odar, Jantje Friese
Genere: Thriller
Distribuzione: Netflix
Trama: Il transatlantico Kerberos attraversa l’Atlantico trasportando un gruppo di migranti provenienti da ogni parte d’Europa in cerca di fortuna fino a New York. Tutto sembra procedere bene finché la nave non riceve una richiesta di aiuto dal Prometheus, altro transatlantico scomparso cinque mesi prima lungo la stessa rotta. Il capitano prende la coraggiosa decisione di correre in aiuto della nave e riportarla in Europa cambiando rotta. La notizia sconvolgerà i fragili equilibri dei passeggeri
Il ritorno degli autori di Dark

La serie segna il ritorno di Baran bo Odar e Jantje Friese autori di Dark, una delle serie più amate e discusse dagli utenti di Netflix, che visto il successo riscontrato hanno deciso di distribuire la loro seconda opera ambientata alla fine dell’800 all’interno di un transatlantico dove si intrecciano le storie di vari personaggi dall’oscuro passato. A cominciare dal capitano del Kerberos interpretato da Andreas Pietschmann ( che in Dark interpreta Jonas da adulto) segnato dalla perdita di moglie e figlia, per passare poi a Maura ( Emily Beecham) neurochirurgo alla ricerca della verità sulla scomparsa di suo fratello, cosa che questa serie ha in comune con Dark del quale condivide i meccanismi narrativi molto complessi solo in parte . L ‘ambientazione è alquanto statica ma questo non annoia di certo lo spettatore che si ritrova di fronte ad un colpo di scena dopo l’altro
Il meccanismo del flashback

La complessità dell’intreccio è dovuto all’utilizzo del flashback che diventa un mezzo per scoprire sempre di più sui protagonisti ed il loro passato pieno di mistero al quale tentano di sfuggire. Ci accorgiamo fin dall’inizio che nulla è come sembra e che si fa fatica a capire quale sia la realtà e quale personaggio stia mentendo. Un meccanismo che gli appassionati avevano già trovato in Lost e in Dark che qui è usato all’infinito creando confusione tra sogno e realtà.
Tematiche

Non mancano riferimenti filosofici e mitologici a cominciare dai nomi scelti per le due navi . Kerberos fa pensare a Cerbero, il cane a tre teste che secondo la mitologia greca era posto a guardia dell’ingresso dell’ Ade, il mondo delle anime che hanno lasciato questo mondo . Il Prometheus invece fa pensare al mito di Prometeo, l’uomo punito dagli dei per aver rubato la sacra pira e donato la conoscenza agli uomini. La sete di conoscenza è quello che spinge i protagonisti ad agire cercando fortuna oppure conseguire il progresso scientifico come nel caso di Maura. Non mancano riferimenti alla condizione femminile e alla disuguaglianze rispetto all’uomo, alla lotta di classe fra ricchi ( rappresentanti dalla prima classe) e poveri ( rappresentanti dalla terza classe). Infine il tema più importante che è la definizione di reale per l’essere umano che da sempre ha appassionato studiosi e filosofi.
Una serie ricca di spunti che sicuramente non deluderà chi in una serie tv non cerca unicamente il divertimento ed adora i misteri irrisolti.