Molti attori partono dal basso. Arrivano a vivere in condizioni di estrema precarietà pur di dare voce al loro talento. La maggior parte di essi, alla fine, si ritira e tenta altre strade. Altri, invece, persistono nei loro intenti ed arrivano a raggiungere le vette tanto desiderate. Diventano delle vere e proprie stelle, interpretando ruoli iconici e entrando nell’immaginario collettivo; tuttavia, per molti di loro, arriva anche la fase del declino. Un declino lento, inesorabile e dal quale risollevarsi sembra davvero difficile. L’attore statunitense Johnny Depp ha attraversato tutte le fasi sopra citate e sta ancora vivendo l’ultima, che si sta rivelando molto pesante e difficile per lui.
Chi scrive è realmente dispiaciuto per l’attore in questione. Un attore poliedrico, multiforme, capace di sostenere qualunque ruolo gli venga assegnato e disposto anche a notevoli cambiamenti fisici in nome di questo. Dopo alcune comparsate cinematografiche e una massiccia presenza nella serie tv “21 Jump Street”, è l’incontro col regista Tim Burton a cambiare la sua vita. Il visionario cineasta lo sceglie per il toccante e suggestivo “Edward mani di forbice”. Sarà l’inizio per entrambi di un legame speciale, saldo e duraturo. L’attore, infatti, arriverà a collaborare spesso con Burton e a prendere parte a moltissimi dei suoi progetti. Il film sul ragazzo triste dotato di forbici al posto delle mani rappresenta, per Depp, l’inizio di una lunghissima filmografia. Una filmografia che vanta numerose e famosissime pellicole, che vedrà i suoi fasti fino al 2010.
E’ in questo lungo periodo che escono i film più belli dell’attore, impreziositi dalle sue performance sempre più abili e convincenti. Depp ha la possibilità, inoltre, di lavorare con molti registi affermati e di spessore. Lasse Hallström lo dirige in “Buon compleanno Mr Grape” del 1993 e nel romantico “Chocolat” del 2000. Terry Gilliam lo recluta nell’allucinato e famosissimo “Paura e delirio a Las Vegas” del 1998 e in “Parnassus” del 2009. Roman Polanski lo rende un discutibile ricercatore di libri ne “La nona porta” del 1999. L’attore, tuttavia, è protagonista di moltissime altre pellicole oltre a quelle citate. Possiamo nominare, ad esempio, il gangster-movie “Donnie Brasco” del 1997, il biografico “Blow” del 2001, il thriller “Secret Window” del 2004, “La vera storia di Jack lo squartatore” del 2001, “Nemico Pubblico” del 2009 e molti altri ancora.
Come scritto in precedenza, sono le collaborazioni con Tim Burton ad essere quelle più numerose per Johnny Depp. Dopo “Edward mani di forbice” il regista lo recluta come protagonista in “Ed Wood” del 1994, film biografico su colui che venne ritenuto il peggior cineasta di tutti i tempi. Cinque anni dopo i due si ritrovano e danno vita ad uno dei lungometraggi più riusciti della coppia: “Il mistero di Sleepy Hollow”. Ispirato al racconto di Washington Irving, con una scenografia premiata con l’Oscar e un cast ispiratissimo capitanato dallo stesso Depp, il film conquista la critica con il suo micidiale mix di horror e di mistero. Impossibile dimenticare anche l’eccentrico Willy Wonka de “La fabbrica di cioccolato”, il timido sposo doppiato dall’attore nel delizioso film d’animazione “La sposa cadavere” del 2005 e il letale barbiere di Fleet Street. In quest’ultima pellicola, “Sweeney Todd – Il diabolico barbiere di Fleet Street” del 2007, Burton affianca a Depp la moglie Helena Bonham Carter e il veterano Alan Rickman. Il risultato è un suggestivo musical, dalle tinte gotiche e sanguinarie, molto riuscito e dalla trama tutt’altro che scontata.
Dopo questa scintillante filmografia, costellata anche da varie nomination agli Oscar come miglior attore, arriva per Depp il ruolo che lo consacra definitivamente: lo stravagante pirata Jack Sparrow. Questo personaggio gli permette di andare sul tetto del mondo e di arrivare ad essere l’attore più pagato di Hollywood. “La maledizione della prima luna” del 2003 ottiene un grandissimo successo e avvia una fortunata saga. Tuttavia, a parere di chi scrive, il ruolo che ha consacrato l’attore è lo stesso che lo ha rovinato. Jack Sparrow, col passare del tempo, finisce per fagocitare completamente l’attore, che viene ricondotto dal pubblico quasi sempre a quel ruolo. Dopo la prima trilogia dedicata ai Pirati dei Caraibi, Depp ha il tempo di offrire altre performance degne di nota ma il cambiamento è dietro l’angolo.
L’attore, infatti, incappa in una serie di film discutibili o assai deludenti. Una serie che, purtroppo, dura ancora oggi e che non riesce a vedere una fine davvero concreta. Il macchiettistico Cappellaio Matto di “Alice in Wonderland” del 2010 di Tim Burton e il discutibile Frank Tupelo di “The Tourist” del 2010 danno già ad intendere che qualcosa non va. Da qui in poi seguono collaborazioni infelici che, tra ruoli da protagonista e altri da personaggio secondario, arrivano a svalutare completamente l’attore. Ne citerò alcuni di seguito per rendere l’idea. “The Lone Ranger”, dove l’attore interpreta uno strampalato indiano, si rivela essere una sorta di “Pirati dei Caraibi” ambientato nel selvaggio West. Il soporifero e discutibile “Transcendence” lo vede diventare una super macchina senziente, poco ispirata e altrettanto meno credibile. “Mortdecai”, dove interpreta un ladro baffuto, viene addirittura ritirato prima dalle sale per lo scarso successo. Gli altri ruoli minori non lo aiutano affatto e nemmeno il ritorno di Jack Sparrow sul grande schermo sembra avere effetto. Potrebbe essere completamente tagliato fuori dai capitoli successivi, e questo la dice lunga. Il ruolo di Grindelwald nella saga degli Animali Fantastici, che potrebbe risollevarlo, si risolve in un nulla di fatto. E il film “Arrivederci professore”, dove è protagonista, gli da il colpo di grazia.
Ma non è finita. Al declino artistico corrisponde anche quello privato. E’ ancora in corso, infatti, il divorzio dalla ex moglie Amber Heard, molto più giovane di lui e conosciuta sul set del poco ispirato “The Rum Diary”. Questa situazione, che sta raggiungendo le vette più alte del degrado umano e sentimentale, sta avendo nette ripercussioni sull’attore. Un attore che, nel bene e nel male, ha sempre lavorato ma che non è più tornato quello di prima. In attesa di ulteriori sviluppi della vicenda, chi scrive fa il tifo per Johhny Depp. Spera che possa tornare a dare di più, poichè in passato ha dimostrato di poterlo fare, e spera anche in un’altra cosa: che si cerchi in generale di ricordare più spesso che Depp non è solo Jack Sparrow, è tutti i suoi personaggi, che ci hanno regalato emozioni salde e durature col passare del tempo.
Non mollare, Johnny!