Emily in Paris 3: La guru del social life parigino funziona ancora? ATTENZIONE SPOILER!
Emily in Paris è una serie televisiva creata da Darren Star papà di Sex And The City per restare in tema. Prodotta da MTV Entertainment Studios e sviluppata originariamente dalla Paramount Network dove aveva ricevuto ordine di diritto alla serie nel settembre 2018, la serie poi si è dirottata su Netflix nel luglio 2020 ed è uscita il 2 ottobre dello stesso anno. Accolta dalla critica americana con entusiasmo e apprezzamento, un pò meno da quella francese che ha criticato il fatto che ci fossero troppi stereotipi negativi sui parigini e francesi. Comunque sia la serie sta continuando ad avere un grande successo, il 10 gennaio 2022 è stata rinnovata per una terza (arrivata il 21 dicembre) e una quarta stagione.
Di cosa tratta Emily in Paris?
Prima stagione
(ATTENZIONE SPOILER: se non hai visto la serie ti suggerisco di non continuare la lettura dell’articolo)
Emily Cooper( Lily Collins), una ragazza di 28 anni che lavora per la Gilbert Group azienda di marketing farmaceutico gestita dalla colorita Madeline Wheeler (Kate Walsh). La sua azienda è in trattativa nel passaggio con l’azienda francese di moda Savoir. Quando la donna però resta incinta, Emily viene scelta come sua sostituta e si deve trasferire a Parigi subito lasciando casa sua, la sua famiglia (mai pervenuta) , il suo lavoro e il suo ragazzo a Chicago. La ragazza arriva a Parigi portando con sé il suo punto di vista americano adattandolo alla società di marketing francese. Appena arrivata in città e avendo trovato alloggio in un piccolo appartamentino al quinto piano, senza ascensore di un vecchio palazzo parigino ma con vista spettacolare sulla città, la ragazza inizia a famigliarizzare con ciò che la circonda documentando tutta la sua vita e le sue giornate sul suo profilo Instagram @ “Emily in Paris”. Emily si destreggerà tra il nuovo inizio a Parigi, con un francese incerto, una nuova città, una relazione a distanza che non reggerà, un nuovo capo scontroso e rigido, Sylvie Grateau (Philippine Leroy-Beaulieu) e i suoi colleghi Luc ( Bruno Gouery,) e Julien ( Samuel Arnold) . Una coinquilina eccentrica ma dolce, Mindy Chen (Ashley Park), che diventeranno fin da subito amiche, e l’attraente vicino di casa aspirante chef Gabriel (Lucas Bravo) la quale cercherà (non del tutto) di resistere al suo fascino nordico. Ma le cose si complicheranno quando conoscerà Camille (Camille Razat) una gallerista ricca che ha una famiglia di produttori di Champagne: le due legheranno ma ben presto la ragazza scoprirà che Camille è la fidanzata di Gabriel lo stesso ragazzo di cui è attratta e che ha baciato. Tutto ciò metterà in confusione la ragazza che si ritroverà tra i due fuochi: Camille e Gabriel. Nonostante l’élite faticoso e movimentato parigino, Emily riesce a saperlo gestire: la ragazza ha carattere, lato estroso ed è super ostinata e professionale, certo non perfettamente, ma cerca sempre di farsi ascoltare, considerare e non essere l’ultima della classe. Un suo tweet femminista e con presa di posizione diventerà virale tant’è che la ragazza inizierà a riscuotere attenzione e curiosità da forze politiche, attivisti, settore del marketing, moda, diventerà influencer grazie al mondo dei social la quale è profondamente legata/ossessionata.
Seconda stagione
Emily oramai si è creata una posizione lavorativa e immagine di riferimento del marketing e social parigino. Però vive in balia della confusione totale: la relazione proibita con Gabriel e la nuova relazione con Mathieu Cadault (Charles Martins). Una relazione appena iniziata ma che naufragherà quando Mathieu scoprirà della relazione tra Emily e Gabriel. Emily si ritroverà a St. Tropez dove in suo soccorso verranno Camille e Mindy. Le ragazze cercano di distarsi e di divertirsi ma Emily avrà in testa il pensiero di Gabriel che nel frattempo si è lasciato con Camille. I due tornano insieme ma proprio in quel momento succede l’imprevisto ovvero che Camille scoprirà e sbugiarderà davanti a tutti Emily accusandola di avere una relazione con il suo fidanzato. Emily ha difficoltà con il suo francese personale, decide quindi di prendere delle lezioni di francese dove conoscerà l’affascinante ma anche irritante banchiere londinese Alfie (Lucien Laviscount). Emily però cercherà nel frangente di voler sistemare le cose con Camille dopo quello che è successo dato che la ragazza è sul piede di guerra. Emily inizierà a conoscere meglio Alfie ma il ragazzo avrà sempre quell’aria sostenuta e moralista. Tra i due si creerà nel tempo un legame anche se Gabriel sarà comunque una presenza nella vita di Emily. lei e Camille si ritrovano dopo varie situazioni di tensione tra loro, e dopo un patto ma anche la complicità del fatto che ormai la ragazza ha intrapreso una nuova relazione con Alfie. Madeline scava a fondo nei conti della Savoir mettendo in serie difficoltà l’azienda e il nome di Sylvie: tra le due donne non sembra scorrere buon sangue. Difatti avviene una frattura tra le due società: Savoir e Gilbert Group la quale, dopo aver scoperto i scheletri nell’armadio dell’azienda di marketing deciderà di prendersi tutto quanto e cacciare Sylvie dalla società. Tutto questo metterà in una situazione scomoda Emily che si troverà contesa nel scegliere tra Madeline che la vuole con sé a Chicago e Sylvie che sta aprendo una sua società e vorrebbe Emily nel team. Come se non bastasse a complicare tutto quanto c’è la questione Alfie e Gabriel: a chi dei due deciderà di donare per sempre il suo cuore?
Terza stagione
(ATTENZIONE SPOILER: fermati se non hai visto ancora la terza)
Riprendiamo da dove abbiamo lasciato nella seconda stagione quando la giovane guru Cooper si ritroverà ad essere contesa tra Madeline e Sylvie. La ragazza a quanto pare però non ha scelto del tutto, anzi, sta lavorando per entrambe le donne ed è terrorizzata che possano scoprirlo. Nel frattempo porta avanti la sua relazione a distanza perchè Alfie è tra Parigi e Londra, il ragazzo sta per lasciare la città e tornare in Inghilterra e decide di organizzare una serata d’ addio. Madeline ha scoperto del doppio gioco di Emily da parte di Luc, decide quindi di presentarsi a una serata sulla Torre Eiffel a cui Sylvie sta chiudendo un contratto importante con un cliente. Durante la discussione però alla donna le si rompono le acque e deve partorire. Emily si ritroverà tra le due prime donne nel farsi guerra a vicenda e un fidanzato da rincorrere e tranquillizzare. Emily alla fine decide di supportare Sylvie e non tornare a Chicago. Nel frattempo scopre che Camille ha una relazione con la gallerista greca Sophia ( Melia Kreiling) ma deciderà di non dire nulla a Gabriel per non farlo soffrire. Mindy incontra Nicholas de Léon (Paul Forman) della JVMA, i due si conoscono da tanti anni e riaffiora qualcosa. Emily ha scoperto che Alfie non era partito ma aveva iniziato a lavorare per Antoine Lambert (William Abadie) come CEO food, i due si ritroveranno per questioni lavorative e riprenderanno da dove avevano interrotto. Avviene il fidanzamento di Camille e Gabriel, i due poi decidono di sposarsi quella stessa sera però Camille manda all’aria il matrimonio perchè rivela che Emily è innamorata di Gabriel, che avevano accordato un patto e lei non l’ha rispettato. Alfie lascia Emily, che nel frattempo scopre da Gabriel che Camille è incinta.
Lily Collins
“Non scegliere è comunque scegliere.” (Jean-Paul Sartre)
LA NON SCELTA!
Mie carə Bradshawine, siamo tornatə con la Cooper in quel di Parigi, nella città dell’Amore. Cosa avrà combinato la nostra adorata nipote di Carrie Bradshaw in questa stagione? Scelta o non scelta? Questo è il mantra prospettico, narrativo e assordante di questa non riuscita terza stagione di Emily in Paris. La nostra Cooper si ritroverà nuovamente a fare delle scelte non scelte tra problemi di cuore: Alfie e Gabriel, contesa indirettamente tra i due, scegliere tra Madeline e Sylvie, oltretutto scegliere se rivelare o meno a Gabriel del tradimento di Camille. Fin da subito, seppur il Concept delle scelte sia simile, questo qui risulta diverso rispetto alle precedenti stagioni perchè ci appare una Emily più confusa, scoordinata, scelerata (qualsiasi hair style è morto vedendo quella scena, ne sono certa!) e perennemente dubbiosa e senza prendere una vera e propria posizione, eccetto quando deciderà di continuare a restare al fianco di Sylvie lasciando Madeline. Ma anche questa scelta avvera per forza di causa maggiori, insomma, ci sarà sempre una causa che indura la ragazza a compiere volente o non una scelta forzata. Questo è un lato di sfiducia che porta lo spettatore di turno a disinteressarsi perfino delle vicende amorose di Emily. Sembra essere una decisione in stallo, non soltanto sua ma anche dei personaggi che le ruotano attorno nella sua vita. Nessuno vuole davvero prendere una posizione netta e decisa. Nessuno. Perfino Sylvie le dice:
“Vuoi forse avere tutto quanto?” Una cosa così americana” asserisce la donna.
Beh, come darle torto? Emily vuole tutto ma nel frattempo fa di tutto per non avere davvero qualcosa, o meglio, cercando di tenere tutto e male. Come diremo noi, “Tenere un piede in due scarpe”. Vuole Alfie nella sua vita accusandolo perchè non ha ancora deciso di concretizzare la relazione con la sua famiglia( per questioni del passato) , però nel frattempo fantastica e si sente a disagio quand’è con Gabriel perchè lui le risveglia l’ormone, l’attrazione totale. Però si tiene Alfie perchè è la sicurezza per lei. Vuole giocare a essere la perfetta assistente e spalla di Madeline che le sta dando fiducia ma nel frattempo, nelle pause “collaudate” fa credere a Sylvie di essere nel suo staff senza pensare di essere scoperta. E ancora, decide di mantenere segreta la relazione di Camille con Sophia però allo stesso tempo freme nel volerlo spifferare e, diciamolo pure, avere un punto a suo favore con Gabriel. Ma ragazza mia, va bene essere indecisa e confusa nella vita, però qui si sfora nell’assurdo e ridicolo. Emily, mia cara, bisogna prima o poi, nella vita, prendere delle decisioni, una presa di posizione. Serve per la crescita di ogni essere umano, oltretutto per la maturità e una consapevolezza di aver anche sbagliato ma comunque averci provato, no? Non puoi però pretendere che tutti quelli intorno a te siano sinceri, corretti, giusti e sinceri se sei la prima che indossa alle volte delle maschere per compiacere i social e mai te stessa. Non puoi pretendere della verità se non dici la verità.
Alfie o Gabriel? Scegliere o non scegliere? Questo è il dilemma.
Lily Collins, Lucien Laviscount
Alfie è un ragazzo a modo, gentile, educato e romantico, però non mi fa impazzire onestamente, anzi, lo trovo ingessato e molto spesso ho pensato che fosse troppo distante da Emily, che fossero troppo diversi tra loro. Il ragazzo ha timore nel voler presentare la ragazza alla sua famiglia perché è spaventato delle relazioni passate, ci sta, però poi ci prova, si impegna. Sicuramente non amo affatto il trattamento che la ragazza gli riserverà nell’arco di questo terzo capitolo: le farà credere che vorrà qualcosa di serio per poi prendere mai definitivamente una vera e propria decisione conclusiva. Sì, direte che alla fine lei stava con Alfie, ma stare con qualcuno fisicamente ma implicitamente pensare a un altro che senso ha? Che correttezza è? O scegli di stare con quella persona davvero, quindi di conseguenza chiudere col passato e con qualcosa che forse non potrai avere o te ne stai sola e ti concedi davvero del bene con te stessa. Nessuno è perfetto qui, nemmeno zia Carrie che di cagate ne ha combinate eh! Tuttə ci siamo ritrovatə prima o poi nella vita a fare delle scelte di cuore o di lavoro. Soltanto che in quel caso ci vuole coraggio, decisione e una direzione sensata: bisogna spezzare il cuore a qualcuno se è necessario, un pò come hai fatto tu praticamente quando hai lasciato il tuo ragazzo di Chicago perchè avevi capito che era un c*glione narcisista e sessista che ti avrebbe ostacolato. Dov’è quell’Emily grintosa e coraggiosa a cui ci avevi abituato? Io non l’ho vista qui. Emily resta con Alfie perchè non può avere Gabriel questa è la verità. Loro sono quasi sempre distanti, lontani, anche quando forse sono vicini… tutt’ altra storia invece è con il fascinoso chef…
Lucas Bravo, Lily Collins
Ho visto la ragazza indecisa nel correre dietro al vicino sexy e affabile di Gabriel. Ok, Gabriel è un bravo ragazzo, lo è anche Alfie se è per questo, però ho osservato quei due, ho osservato ogni volta che si guardano, si toccano, si sfiorano: fanno l’amore soltanto con uno sguardo. Diciamolo pure perchè è fin troppo evidente, troppo palese agli occhi di chiunque, perfino della stessa Camille. Quando Emily è con Gabriel lei si sente Emily, la vera Emily: se stessa. Con lui emerge tutto quel suo lato sentimentale, affettuoso e sognante, Gabriel riesce a smuovere in Emily quello che nessun altro era mai riuscito a fare. Ok, ma può bastare mi domando? Lui è fidanzato con la sua amica- nemica Camille, i due però sono in crisi da tempo tra viaggi perenni e orari di lavoro costanti. Gabriel passa più tempo con Emily che con Camille tanto da sembrare agli occhi degli altri una “coppia”. Loro mi piacciono, mi sono piaciuti fin da subito in realtà, dal loro primo sguardo quando per sbaglio Emily è entrata in casa di Gabriel. Però, non saprei, c’è qualcosa che non mi fa mai considerare loro una coppia. O meglio, potrebbero esserlo, si avvicinano nell’esserlo però poi entrambi rinunciano e fanno altro, vivono altro senza però dimenticarsi una dell’altro, senza mai non considerarsi un giorno qualcosa, un duo. Em e Gabriel si annusano, si scrutano, si tengono stretti ma dopo succede sempre qualcosa che porta i due a fare un passo indietro. Ora, nel finale della terza (ATTENZIONE SPOILER), Emily dopo essere stata smascherata ammette i suoi sentimenti per lui, finalmente, così come anche lui. Ma ehi, aspettate, i produttori giustamente (qui si sente tanto il pizzico di SATC) devono rompere le uova nel panniere e quando finalmente quei due stanno per mettersi finalmente insieme cosa succede? Che Gabriel lancia la bomba dicendo che Camille aspetta un figlio da lui. Ciao, Em, mai una gioia per te. Insomma, sempre peggio per la nostra guru. Ma vogliamo parlare anche della scelta non scelta tra due donne che le hanno comunque dato tanto in fattore professionale e anche, se vogliamo, di crescita personale? Due figure femminili che hanno inciso sul suo percorso di vita. Madeline: il capo americano, una donna bizzarra, materna, simpatica, protettiva, colorita, frivola e, alle volte, non del tutto chic ed elegante.
Lily Collins, Kate Walsh
Madeline le ha dato tanto, una credibilità, considerazione, fiducia, costanza, anche maternità e senso di protezione, forse però alle volte non troppo lasciandole sbrigare spesso delle situazioni più grandi della sua portata ed esperienza. Ma Madeline tiene davvero, a modo suo, a Emily. Ha scelto la ragazza all’epoca nel gestire la società francese proprio perché si fida di lei, sa che può contare su di lei. Lei invece che cosa fa per ripagarla? Per sentirsi ” a posto con la coscienza”? Neanche tanto poi perchè è tormentata dai sensi di colpi sottospecie di incubo. Si finge di lavorare esclusivamente per lei dato che ormai Madeline si è ripresa la società francese e buttato fuori Sylvie. Emily finge di esserle da spalla, di essere quella persona di cui fidarsi perchè è incinta (ancora, sono praticamente tre stagioni che è incinta la Wheeler, falda abbastanza palese per i fan), perchè non vuole darle preoccupazioni o non vuole deluderla perchè Emily è una donna matura e corretta che nessuno dica il contrario. Eppure fa il doppio gioco con la donna che la scoprirà e perderà momentaneamente la fiducia in essa. Il punto è che dopo una manciata di episodi, Emily (finalmente) decide di prendere una posizione e dire alla donna che non sarebbe partita perchè la sua vita è ormai a Parigi, la donna le dà un abbraccio, due carinerie e via, tutto ok, tutto questo dramma per cosa? Non è ancora pervenuto, ma presumo per ovviamente allungare il brodo. Emily doveva soltanto dire la verità e Madeline avrebbe capito, tutto qui. Non mi è piaciuta in questa situazione perchè non è stata riconoscente veramente per tutto quello che Madeline ha fatto per lei perchè era tanto, davvero.
Però c’è anche in qualche modo l’antitesi di Madeline, ovvero il capo francese di Emily: la “dispotica” , frenata, orgogliosa, testarda, “perfetta”, poco empatica, rigida, radical chic ed elegante Sylvie.
Lily Collins, Philippine Leroy-Beaulieu
Sylvie inizialmente potrebbe ricordare la tiranna Miranda Priestly dell’élite parigino, l’abbiamo pensato un pò tuttə , ammettiamolo. Ostacola ogni idea di Emily, magari appoggiando il pensiero, ma cercando in qualche modo di creare sempre delle dinamiche nel mezzo per poterle non facilitare il lavoro. Inoltre è scontrosa, rigida e non del tutto amichevole nei riguardi di Emily. Eppure, nel tempo ha imparato a conoscere la ragazza, ad accettare il suo modo di fare affari (dove riesce brillantemente salvandole spesso il sedere), il suo approccio così “americano” che tanto disprezza ma alla fine inizia ad adeguarsi e a conoscere meglio i trucchi del mestiere apprendendo anche insegnamenti dalla ragazza appartenente alla generazione Z quindi fresca e attiva sui social network. Sylvie è di vecchio stampo, di classe, disprezza il mondo social ma punta dritta al marketing quello classico e inossidabile. Ammettiamolo, di nuovo, è una stronza totale ma è una stronza buona! La donna, forse non ammetterà mai, ma si è legata a Emily non la vede più come una persona che lavora per lei ma inizia a considerala una componente del suo team. Non è nemmeno così perfetta come dimostra, anzi, è piena di insicurezze, difetti, segreti, liaison scottanti e fragilità che forse, evidentemente, solo Emily riuscirà a vedere nel profondo. Sta di fatto che le proporrà di seguirla nella sua società e lasciare Madeline. Ed ecco che anche qui Emily non è riconoscente ma decide di lavorare per l’altra e far credere a Sylvie che ha fatto la sua scelta, ovvero non scegliere affatto. Sylvie scopre il doppio gioco ed essendo rancorosa e orgogliosa caccerà Emily ma se la riprenderà perché capirà che in qualche modo la sua presenza le fa sicuramente comodo ma ormai la considera essenziale perchè Emily sa sempre come risolvere qualche pasticcio a lavoro, ammettiamo anche questo. Emily con Sylvie doveva essere sincera perchè la donna non soltanto l’ha accolta a “casa sua” non subito, ma dopo ha creato un legame con lei, un legame professionale e fatto di fiducia, lei ha imparato tanto da Sylvie, doveva essere anche con lei un minimo sincera e corretta.
La verità è che Emily, ma non soltanto lei ma quasi tutti i personaggi della storia sono tratteggiati come bugiardi e poco corretti nelle loro storyline. Credo sia esattamente una sfaccettatura della serie e della sceneggiatura stessa. Purtroppo però, se sui personaggi secondari si può decisamente chiudere un occhio, sulla protagonista, ovvero Emily, è più complicato poterlo fare perchè abbiamo empatizzato con lei fin dal primo episodio, fin dalla prima volta in cui Em arriva a Parigi spaesata ma con la voglia di spaccare il mondo e farsi valere davvero. Ci sentivamo lei, volevamo essere un pò come lei. E nella terza stagione il contorno è lo stesso: scenari pittoreschi e strade parigine fantasiose, luoghi stupendi instagrammabili come si dice in gergo, location da sogno, lusso, auto di classe, eventi mondani, abiti firmati sgargianti e sontuosi che quando vanno a bere un caffe da Cafè de Flor sembra stiano prendendo parte a un sfilata di moda talmente sono fashion e super ricercati. Il contesto è quello che fa da controbilancio alle peripezie in cui Emily e i suoi amici e protagonisti si ritrovano a vivere, ma basta tutto quanto per reggere l’aspettativa dei fan? No, non regge affatto perchè, appunto, si mostra soltanto come un bel colore messo a caso su una parete bianca senz’anima e personalità. Per non parlare di quanto la scrittura e caratterizzazione dei personaggi non funziona del tutto, soprattutto quando commettono errori o devono prendere decisioni, le più prevedibili, e in ogni caso non provocano conseguenze catastrofiche. L’incazzatura dura il tempo di 25 minuti da un episodio all’altro per poi dissolversi nell’aria tutto quanto e riprendere a Champagne e abiti discutili per Emily & Co. Ah, bei ricordi quando Blair Waldorf e Serena Van Der Woodsen di Gossis Girl si dichiaravano guerra infinita e senza esclusione di colpi. Le donne non mostrano una vera e propria capacità d’azione, nemmeno i nuovi personaggi, seppur aggiungendo delle nuove sotto trame, Sophia, Nicholas e Louis de Léon non riescono a creare quell’azione che caratterizza la serie da sempre. Forse soltanto gli uomini di questa serie cercano di mantenere l’azione quando si ritrovano a lottare per le loro carriere. Cadault, per esempio, che ha venduto il suo marchio al nemico giurato Gregory Dupree combattono ad armi pari nel avere il controllo della maison. O Gabriel che farà di tutto per avere la sua meritata stella Michelin arrivando a soccombere perfino le sue relazioni interpersonali, ma anche Alfie socio di Antoine seguirà la sua carriera senza farsi distrare delle situazioni altrui. Dal canto suo la nostra instancabile workaholic Emily continua a esserlo , ma a tutti gli effetti perfino lei si perde in chiacchiere senza raggiungere totalmente i suoi obiettivi, a parte vivere nei suoi abiti vivaci e monitorando tutto quanto sui social preferiti. Comunque ho la sensazione che a volte non è Emily a stare nel vestito ma è il vestito a stare in Emily: fa totalmente da rilievo, quasi offusca la ragazza complice la bellezza e ricercatezza di brand importanti del panorama della moda. Perfino Sylvie, il pezzo forte del gruppo , passa l’intera stagione a rifiutare proposte allettanti e ricattando sottobanco o non troppo la gente.
La punta di diamante di questa serie era indubbiamente la capacità da parte di Star & Co. di indovinare un repertorio totalmente ironico e con l’occhio sempre attento alla moda “eccentrica e aggressiva”. Con una pennellata di simpatia, frizzantezza e giocosità tra un drama e l’altro. L’ultima stagione invece appare più piatta e soccombe tutti alla triste normalità, sia nelle scelte di vita che in quelle di stile. Il finale poi finalmente sembra mettere in piedi un conflitto vero e proprio, ma forse arriva troppo tardi facendo perdere il giusto quanto basta. Neanche l’ultimo cliffhanger riesce a produrre una vera tensione drammatica, o forse è debole da non reggere su tutto quanto. Insomma, la questione di non scelta ha portato nel dividere i pareri dei telespettatori affezionati alla serie da tempo, ma anche a chi si è affacciato nel mondo stralunato e sconclusionato della Cooper da poco. I baci saffici e i triangoli amorosi hanno convinto ma in parte in questa stagione. Mentre le basi per una quarta stagione ci sono, così come potrebbero esserci le giuste dinamiche che porterebbero a una conclusione dignitosa e adeguata. Ma riusciranno a fare da supporto forte nell’intera nuova stagione? Non lo so, ho dei dubbi, per il momento però possiamo confermare, a scanso di equivoci che Emily in Paris 3 è la serie più vista in Italia e nel mondo scalzando il primato di Wednesday. I dati alla carta cantano a quanto pare. Io invece voglio lasciarvi con un quesito, soprattutto a chi segue le avventure rocambolesche di Emily: secondo voi lo scenario Parigino, lo stile all’avanguardia, triangoli amorosi quasi scontati, colpi di scena deboli basteranno e riusciranno a fare da controbilancio su tutto quanto? La risposta però la sapete già, lo so. Io sono soltanto certa e non soltanto io, che il brio che aveva reso Emily in Paris una piccola perla di Netflix, con questa stagione però non si è visto. E mi chiedo, di quante altre strane bizzarre idee dovrà avere bisogno( frangette fai da te annesse)la nostra Emily Cooper?