Élite sesta stagione? Davvero? Ne avevamo veramente bisogno? Non lo dico per cattiveria o partito preso perchè personalmente non ho nulla contro la serie, anzi, l’ho amata dall’inizio , mi piaceva, catturava la mia attenzione. Riusciva a crearmi quel grado di curiosità e suspense che dalle prime stagioni ci aveva abituato ad avere, per poi perdere tristemente dopo la terza stagione. I personaggi fighi e modaioli okay, le tematiche importanti okay, ma ci vuole anche una trama ben strutturata altrimenti il tutto rischia di crollare miseramente. Ma andiamo per ordine:

Di cosa parla la sesta stagione?
ATTENZIONE SPOILER: se non hai visto la stagione non andare avanti con la lettura dell’articolo.
Presente: la scena si apre con Iván (André Lamoglia) che sta chiedendo l’autostop fuori dalla discoteca ma un auto, invece di fermarsi, lo prende in pieno tramortendolo. Così si apre la stagione sei, con il solito modus operandi: una persona viene uccisa o ferita ma non sappiamo mai per mano di chi o perchè. Succede e basta e se vuoi sapere c’è il “prossimo episodio” per poi arrivare all’ultimo e restare nemmeno più di tanto così sorpresi. Andiamo indietro, nel passato: sono passati mesi dalla morte di Samuel (lItzan Escamilla) , uno dei personaggi principali di questa saga, quello che metteva zizzania ma con lui sembra essere morta anche Élite. Il padre di Ari, Mencía e Patrick, Benjamín (Diego Martin Gabriel), è in prigione perché è colpevole della morte di Samuel. Nell’ultima stagione, Ari deve affrontare la morte del suo amante, Mencía è single e Patrick ha una relazione complicata con Iván e suo padre. Isadora cerca giustizia dopo essere stata drogata e violentata nella quinta stagione. I fratelli Blanco tornano alla Las Encinas ma la situazione è calamitante e critica dopo quello che suo padre ha fatto. Arrivano dei nuovi volti nella prestigiosa scuola, oltre al nuovo preside Virginia (Godeliv Van den Brandt) che cerca di ristabilire la tranquillità e portare la calma dopo gli avvenimenti dell’ultimo anno. Tra i nuovi ragazzi ci sono l’influencer da 12 milioni di followers, Sara (Carmen Arrufat) fidanzata con il famoso influencer Raúl (Alex Pastrana) e assoldata da Victoria per ripulire l’immagine pubblica della scuola, Nico (Ander Puig), un personaggio trans che vuole sottoporsi a un intervento ormonale e Didac (Álvaro de Juana) amico di uno degli stupratori di Isadora. C’è Rocío (Ana Bokesa) la ragazza ricca attenta però al tema razzismo e inclusività e infine, Bilal (Adam Nourou) entrato nella quinta stagione assieme a Isadora e Ivàn.
POTEVANO NON PORTARE SCOMPIGLIO QUESTI NUOVI (ennesimi) PERSONAGGI NELLA LAS ENCINAS? MA CERTO CHE NO!
Prima però vorrei soffermarmi su i “vecchi” rimasti dello show.

I fratelli Blanco si ritrovano a fare i conti con l’omicidio di Samuel a causa del loro padre. Ari, la grande, si ritroverà a fare da intermediario tra Benjamin in carcere e tra Mencia e Patrick, una specie di loro mamma. Ari deve accollarsi tutto quanto e sistemare quello che c’è da sistemare con l’insistenza di suo padre nel cercare di trovare un accordo con i suoi figli. La ragazza è sopraffatta però per quello che è successo a Samuel per colpa anche sua. Sì, lui è morto per colpa sua! Vero è che quel ragazzo proprio non riusciva a non cacciarsi nei guai visto il suo carattere ribelle e lo spirito di lealtà e vendetta a modo suo. Diciamo che in qualche modo era questione di momenti, sarebbe successo dell’altro che l’avrebbe fatto mettere fuori dai giochi. Ari è tormentata da quello che è successo, sta esplodendo ma cerca in tutti i modi di contenere la sua rabbia e l’ ira, ma anche l’emotività, rigettando tutto quanto nella bottiglia e nel bere continuamente e vergognosamente. Capisco che tutto quello che deve affrontare non è roba semplice, davvero, però è davvero questa la giusta soluzione? Gettare tutto nell’alcool e farsi ancor più male di prima? O usare la gente a suo piacimento, giocare con i sentimenti delle persone perchè così lei potrà sentirsi meglio e a posto con se stessa? La motivazione è così importante da giustificare i suoi comportamenti egoistici e pretenziosi? Sicuramente Ari è un personaggio che divide abbastanza secondo me, però per quanto mi riguarda risulta infantile ed egocentrico tanto da non vedere gli altri ma solo il suo riflesso. Pronta a calpestare chiunque, perfino il bene e la felicità di chi ama ( Patrick). Mencia? Lei è stata la rivelazione di questa sesta stagione. O meglio, ha mostrato una forte maturità, capacità di gestire situazioni assurde, è stata capace di risollevarsi dopo tutti i casini che ha combinato volontariamente e involontariamente nella quarta e quinta stagione. Finalmente accetta il dolore, lo sente, lo combatte e lo butta fuori invece di tenerlo dentro a marcire e combinare disastri! Sembra essere cresciuta, non pensa più solo e unicamente a se stessa ma anche agli altri. La prova ce la fornisce quando si mette in testa di voler aiutare Sara nello scappare dalle grinfie di Raul. Certo, forse è insistente e pressante in alcune circostanze perchè è di atteggiamento testardo e determinato, però questa volta lo sta facendo per una giusta causa: vuole salvare una vita umana, il che per lei, da come l’hanno descritta e presentata all’inizio è un gran salto di qualità. Ovviamente poi nella fase del finale ci fanno ridubitare di lei, ma attenzione è soltanto un trucco di cui Élite ci ha abituato da anni. Veniamo al nostro affascinante e coraggioso Patrick! In questa nuova stagione si mette insieme a Ivàn, finalmente! Tra i due sembra procedere nel verso giusto, i due fanno sul serio questa volta.

Patrick cambia atteggiamento, sembra essere più propenso ad ascoltare, assecondare ed empatizzare con un’altra persona non vedendola più come un pezzo di carne da addentare. Sta crescendo, sbagliando sì, ma sta crescendo. Nel mezzo però avviene qualcosa che purtroppo romperà gli animi tra i due, porterà il ragazzo subito dopo a essere quello che era un tempo, ma in qualche modo, dentro di lui, sa che non è più quella persona. Sicuramente tra tutti e tre, Mencia e Patrick stanno crescendo e affrontando ciò che sono nel bene o nel male rispetto ad Ari che invece gioca a tavolino con la vita stessa mettendosi una pistola tra le mani a occhi chiusi.

Ma Isadora? Come sta dopo quello che le è successo nella quinta stagione? Non bene, ecco. La ragazza ha subito una violenza sessuale mentre non era capace di intendere e volere. Ha subito un’ ingiustizia, farà di tutto per arrivare alla verità, in ogni modo a sua disposizione cercherà di avere ragione, di smascherare i tre violentatori che tra l’altro, sono stati rilasciati in mancanza di accuse. La ragazza ribolle di rabbia e frustrazione perché non riesce a far venire a galla la vera verità, quello che realmente è successo quella notte. Non si fida più di nessuno (come biasimarla?), è scontrosa, si sente inutile e sbeffeggiata da un sistema che dovrebbe in qualche modo proteggerla e farla sentire al sicuro. Ma Isadora non demorde! Non ha mai gettato le armi e sicuramente non è questo il caso di farlo: si armerà di tutto il coraggio e ostinazione nel venirne a capo. Devo ammettere che il suo personaggio è cambiato rispetto alla quinta stagione in cui ci veniva presentato come la tipica ragazza bellissima, inarrivabile, frivola e dalla vita perfetta. Qui ci viene invece mostrata, complice anche di quello che ha subito, una ragazza come tante, con sensibilità, emotività e tante fragilità: qualcosa che sicuramente ha aiutato lo spettatore ed empatizzare con il personaggio di più rispetto alla stagione precedente in cui avevano soltanto “tratteggiato” Isadora, mentre nella sesta ci mostrano veramente chi è .

Ivàn: un gran bel punto di domanda anche lui! In certi versi lui è simile ad Ari. Nella quinta stagione è stato presentato come il belloccio che non deve chiedere niente, che si prende ciò che vuole (simile anche a Patrick) ,che è perennemente confuso e dubbioso su chi è o cosa vuole. Nella sesta stagione lui parte completamente con una marcia differente, ovvero di volerci provare con Patrick, di prendersi cura di un’altra persona e di voler qualcosa di importante e di costruire un percorso assieme. Inizialmente lo fa, considera Patrick il suo “fidanzato”. Dopo però tutto crolla miseramente (colpa degli sceneggiatori e produttori) quando il padre di Ivàn, Cruz (Carloto Cotta) dopo aver fatto coming out (a causa anche di Patrick, ma in parte) alla stampa e al mondo, avrà delle ripercussioni che lo porteranno a essere aggredito e a perdere la vita. Altra situazione gestita malissimo, tra l’altro. Ivàn perde la testa dopo la morte di suo padre che era il suo punto di riferimento, la sua sicurezza totale. Ed è comprensibile, davvero. Ma che colpa ne ha Patrick? Inizia a trattarlo male, a bere continuamente, a farlo sentire in colpa, ad andarsene con altri uomini e con Ari: sono simili quei due: passano sulle vite degli altri pur di essere soddisfatti ( e nemmeno troppo) di loro stessi. Ivàn era cresciuto, stava cambiando, migliorando avendo Patrick al suo fianco. Ma ovviamente, come sempre, hanno deciso di buttare tutto nel cesso mettendo di mezzo situazioni forzate che hanno rotto l’idillio tra i due. Era una delle coppie più belle dello show, non erano perfetti ma erano insieme, uno con l’altro. Nel finale succederà qualcosa che porterà, forse, ad allontanare Patrick e Ivàn, ma la domanda è: Ivàn ci sarà nella settima stagione? Tutto in dubbio al momento. Comunque sia credevo che questa sesta stagione servisse a riscattarlo come essere umano invece è diventata la fotocopia di Cruz. Anche peggio.

ATTENZIONE SPOILER: se non hai visto ancora la stagione sei ti suggerisco di non continuare nella lettura dell’articolo.
Nuovo anno a Las Encinas, nuovi volti.
Con l’entrata di questi nuovi personaggi, la quiete (ovviamente momentanea) che si stava cercando di ristabilire nella sesta stagione viene del tutto spazzata via creando trame, sotto trame, sotterfugi e scandali vari. Vanno a ristabilire quel dramma (alle volte forzato e inutile) essenziale di cui, senza ammetterlo e nemmeno negarlo, la serie ha bisogno per restare in piedi ancora qualche altro anno. Partiamo dai due influencer famosi e da milioni di follower: Sara e Raúl : una coppia eccentrica e come tante avvezza e legata al mondo dei social nel riportare quotidianamente, meticolosamente, sistematicamente e ossessivamente tutto quello che fanno dal mattino a sera, una noia senza precedenti! Sara in qualche modo attacca e prende di mira Isadora , rea, a sua colpa, di aver mentito sulla questione “stupro”. Ma la ragazza sta nascondendo qualcosa, anzi, entrambi lo fanno: non sono la coppia affiatata e perfetta che vogliono far credere a tutti. Tra le mura domestiche succede di tutto perché Raúl impone le sue regole e pretende che vengano rispettate, e quando non succede: boom, scoppia il dramma! Va su di giri, diventa nervoso, si trasforma e picchia la sua compagna che prende le botte silenziosamente e passivamente, per poi agire, ma alla fine cadere sempre nel tranello manipolatore del ragazzo dagli occhi di ghiaccio perchè lui sa come tenerla a sé, come farla tornare sempre da lui.

Spaccato di un realtà in cui vivono tante ragazze delle sua età e di cui, ancora, ahimè, se ne parla troppo poco o forse tanto nel mondo seriale, ma si affronta l’argomento con leggerezza e per buttare nel mezzo un tema importante ma trattato del tutto passivamente, come in questo caso senza criterio. Il personaggio di Sara potrebbe riscattarsi solo nel momento in cui chiudesse questa relazione tossica e pericolosa che ha con lui, ma a quanto pare, tra il dire e fare c’è di mezzo il non fare. Nella loro coppia ci finisce di mezzo Mencia, che inizialmente prova interesse per i due ragazzi, però, una volta resasi conto delle intenzioni ricattatorie del fidanzato, tenta in tutti i modi ( riuscendoci e non) di persuadere la ragazza, di aiutarla e di denunciarlo mettendo fine a queste angherie. Sara proverà interesse verso la “novità” ma in qualche modo, a suo modo, sa di appartenere a Raúl, di dipendere da lui. Che quella sbagliata nella coppia è lei e basta. Che lei commette errori, che lei provoca le sue reazioni. Alla fine anche loro si mostreranno per ciò che sono: due opportunisti pronti a tutto pur di difendere l’uno e l’altra a discapito della vita e il destino di altra gente (Mencia). Nonostante ci siano di mezzo tematiche importanti come l’abuso domestico e la violenza di genere, questi due non mi hanno affatto convinto: lui viscido e senza un minimo di scrupolo, una sagoma dell’orco cattivo con la faccia da bravo ragazzo, lei debole e senza carattere, incapace di prendere una vera posizione nella sua vita.

Un altro personaggio che smuoverà le acque è Nico, che è il primo transgender della serie Tv spagnola. Un ragazzo che vuole essere riconosciuto come tale e che si trova nel complicato passaggio in cui ha deciso di volersi sottoporre a un’operazione completa per non avere più disagio o imbarazzo con il suo corpo. Un percorso che suo padre e sua madre, essendo protettivi e attenti alla vita del figlio, cercheranno i tutti i modi di far saltare per aria per paura di quello che potrebbe causargli in futuro, ma senza considerare invece che questo potrebbe giovare alla sua autostima e alla sua sicurezza con se stesso. Nico è un personaggio complesso, pieno di insicurezze, tormenti emotivi legati soprattutto alla sua non accettazione totale perchè crede, ormai, che per farsi accettare dalla società, per essere “riconosciuto” debba essere uomo a tutti gli effetti, o meglio, debba rispecchiare il maschio alpha, dotato, attraente e imbattibile che tanto piace alle galline dalla Las Encinas. Tra queste però gli capiterà la peggiore: Ari Blanco! Tra i due ci sarà uno scambio di sguardi e di provocazioni reciproche, guarnite da un’infinità di ripensamenti e dubbi, soprattutto da parte della ragazza confusa che giocherà, come sempre, con i sentimenti degli altri. Tutto condito anche da pregiudizi e stereotipi da cui la ragazza non è esente e che in qualche modo feriranno l’emotività e sensibilità del ragazzo. Insomma, un flirt più che altro dannoso e sbagliato anche perché a mio parere, Nico può avere di meglio che una ricca viziata che non sa cosa vuole e gioca a Risiko con le vite delle persone. Avrà anche un flirt e una frequentazione con Sonia ( Nadia Al Saidi) ma non avrà futuro anche quella. Il suo personaggio mi piace, è costruito bene anche se in quasi tutte le scene con Nico, i produttori vogliono ricordarci che è un personaggio trans. Non ci danno mai la possibilità di vederlo come una persona normale. Questa è la seconda pecca della produzione con il suo personaggio oltre ovviamente ad averlo fatto “accoppiare” con la Blanco.

Un altro personaggio e new entry è Didac che è amico d’infanzia di Javier (Ignacio Carrascal), uno dei ragazzi coinvolti nello stupro di Isadora: lavora come inserviente presso L’Isadora House Hotel della famiglia della ragazza. Tra i due inizialmente ci sarà dell’attrito e diffidenza, soprattutto da parte del ragazzo che avrà dei dubbi sulla veridicità dello stupro perpetrato nei confronti della ragazza a discapito del suo amico Javier. Di primo acchito il ragazzo sarà dalla parte del suo amico perchè non crede sia stato capace di fare un gesto del genere, ma dopo una confessione da parte dello stesso, con tanto di registrazione, capisce di che pasta è fatto e inizia, lentamente, ad avvicinarsi a Isadora. I due iniziano a conoscersi meglio entrambi; i dubbi, il suo pensiero e pregiudizio che il ragazzo aveva nei suoi confronti inizialmente iniziano poi a svanire del tutto e gli fanno creare un legame con lei. Nonostante questo atteggiamento comunque propositivo e di accettazione della verità verso di lei, l’ho trovato un personaggio privo di mancanza di carattere o spina dorsale. Sembra prendere anche una posizione, ma alle volte crolla tutto miseramente perchè si fa sopraffare dalle sue stesse emotività e fragilità. Nel complesso non è un cattivo personaggio, mi piace il fatto che si sia ricreduto dopo, anche se, questione di sempre, quando avviene qualcosa come violenza sessuale, gli uomini, naturalmente, sono i primi a dubitare della verità del caso. A Didac piace risolvere situazioni, trovarsi in certe dinamiche, metterci il becco, in certi aspetti mi ha ricordato Samuel, che tra l’altro, era uno dei personaggi che più detestavo della serie. Anche lui ha questo spirito della giustizia e lealtà ma spesso anche lui, a modo suo. Non sono riuscito a empatizzare con lui, magari nella settima stagione daranno il giusto risalto al suo personaggio.

L’ultima entrata, alla quale, secondo me, hanno dato però poca attenzione è Rocío: una ragazza benestante che frequenta la Las Encinas, attenta alle questione razziali e di inclusività. Sembra essere una ragazza alla mano nonostante il suo stile di vita agiato e da ricca ragazza, dove fa capolino il solito cliché “ragazza ricca, ragazza sola” perchè ci viene mostrata una ragazza diciasettenne sola nella sua enorme villa lussuosa, così come anche Isadora. La ragazza sembra andare d’accordo con tutti, trovarsi soprattutto con i ragazzi e sentirsi molto vicina a Isadora e proteggerla. Rocío ha un’attrazione verso Bilal che soddisferà ma in qualche modo tra i due ci sarà una specie di scontro di realtà in cui vivono: lei, ragazza di colore, che vive benestante grazie alla sua famiglia, lui invece, ragazzo di colore, ma che per vivere deve lavorare e far fronte al pregiudizio che si porta alle spalle. La ragazza però è molto attenta alle tematiche della questione razziale e dell’inclusività, forse anche troppo in alcune situazioni. Da parte sua invece Bilal non condivide il suo essere troppo pressante e attenta a tutto ciò e spesso si scontra con lei, dato dal fatto che a lui ferisce ricordare che appartiene a quella categoria che viene emarginata per il colore della pelle: lei va a toccare quella ferita ancora non del tutto cicatrizzata. Il punto è che sono tematiche molto serie e delicate da affrontare, il suo atteggiamento è anche giusto perchè nonostante sia ricca e abbia opportunità rispetto a lui, lei comunque ha la pelle scura, in qualche modo, dentro di sé, si sentirà sempre di non essere “accettata” dalla società. Va bene porre attenzione su tutto questo, davvero, ma è l’approccio che secondo me rischia di essere un tantino esagerato e controproducente verso il tema e verso il personaggio stesso. Ha carattere, ha il senso della lealtà, dell’attivismo, inclusione, uguaglianza, rispetto e solidarietà: ha tutte le carte per essere un personaggio importante e con un profilo ben delineato. Il problema è che l’hanno gestito male, troppo forzato in alcuni punti, il che rischia di annoiare o creare fastidio nei suoi riguardi, ma staremo a vedere cosa succederà. Ah, non lo so nemmeno se loro due mi convincono come coppia.
Ma l’entrata di nuovi volti nel cast può essere una buona scelta?
Sì e No.
È questo lo schema di successo ormai consueto in Élite, che ha iniziato a utilizzare questo espediente già con l’uscita della seconda stagione nel 2019. Ma questa volta si ritrova a essere la causa maggiore dell’insuccesso della serie. Per la prima volta infatti non abbiamo la presenza nel cast di volti storici della serie (prima e seconda stagione), ma si assiste a un completo rinnovamento, con l’unica presenza di alcuni personaggi entrati nel cast dalla quarta e quinta stagione, quali Ari , Patrick , Mencia, Isadora e Ivàn. Ma è proprio questo tema “novità” che va a scombinare il cuore pulsante della serie. Ormai, forse, l’espediente non regge più. Senza dubbio, inserire nuovi volti è importante ma bisogna anche farlo nella giusta maniera, con un criterio adeguato, calibrando la loro storia con quella già preesistente altrimenti rischia di sembrare tutto quanto raffazzonato e tanto per fare. Togliere improvvisamente e tutto di botto, senza motivi fondati, volti che comunque hanno fatto la storia, erano il perno della serie, come Samuel che okay, risaputo che non era il mio preferito, però, dio can! Farlo uscire, farlo morire, ma non parlare mai di lui “innominabile” se non nell’episodio ottavo per dare senso al personaggio di Ari, mi pare veramente una stronzata e zero rispetto anche nei riguardi dell’attore che l’ha interpretato dal giorno zero. Così come anche con Rebeka (Claudia Salas), Omar (Omar Avuso, che si vocifera possa tornare nella settima), Cayetana (Georgina Amorós), Philippe ( Polo Granch). Insomma, una strage senza precedenti: una mancanza che si fa sentire, si percepisce. Questa è stata la prima goccia che fatto traballare il vaso di stabilità di una serie che si ergeva sull’empatia dello spettatore con questi volti. Okay che è l’intero espediente della serie dall’inizio ma questo può portare, secondo me, a non creare un legame assoluto appunto con il personaggio. O meglio, ci si fa affezionare per poi buttarlo via fuori dalla scena senza nemmeno dare senso della mancanza di esso: non è sensato questo modus. Crea confusione e va a destabilizzare tutto quanto.

Mie carə Bradshawine, nella sceneggiatura della sesta stagione, i temi rincorrenti e numerosi strizzano in qualche modo l’occhio a quelle che forse sono tematiche di “tendenza” del momento, tenendo ovviamente conto del target verso il quale il risultato finale è rivolto, ossia la famosa Generazione Z. Ecco che i temi affrontati sono tanti dalla questione razziale, inclusività, uguaglianza, violenza domestica, identità di genere, sessismo, abuso sessuale, transfobia e disforia di genere. I temi importanti ci sono tanti ma appunto, non basta tutto questo per non poter poi considerare tutto il quadro generale, no? Questa stagione tenta quindi di giocarsi la carta dell’inclusività di tematiche specifiche, prova che sempre più produzioni televisive e cinematografiche si trovano ad adottare, e molto spesso, diciamolo, con risultati mediocri. Anche Élite 6 cade nella trappola. Se magari nella stagione precedente il trattare queste tematiche di attualità aveva colto il segno, forse, questa volta svia i binari di un discorso già per sé penalizzato. Il razzismo trattato superficialmente, l’omofobia, così come transfobia, abuso sessuale, dove le vittime diventano colpevoli e i colpevoli quasi assolti. Quindi, secondo me, non basta inserire argomenti del genere per ottenere consensi, ma occorre inserirli ma anche analizzarli, approfondirli, ponderarli nel modo corretto, mantenendoli coerenti con quello che è l’arco narrativo di ciascun personaggio. Élite è ormai in caduta, un vortice che non sembra proprio arrestarsi, iniziato ormai dalla quarta stagione in poi. I motivi della decadenza sono vari di quella che in passato era una delle serie spagnole di maggior successo del colosso Netflix, una su tutte la trama. Il tutto sorretto dalla scrittura troppo frettolosa, che da’ corda a quantità di elementi piuttosto che alla qualità. Élite 6 è il culmine dell’assurdo e della ripetizione: stesso posto e stessa scena, con una storia confusa priva di quel mix di attrazione e glamour solito portatore delle stagioni precedenti. La narrazione è piatta e monotona che non rende ormai nemmeno giustizia ai suoi protagonisti. La scrittura frenetica e confusionaria dei nuovi personaggi ha mancato nel creare un legame tra spettatore e nuovo arrivato destabilizzando il cursore totale di questa serie. Insomma, se alla quinta stagione le avevo dato il beneficio del dubbio, questa sesta stagione è la peggiore di tutte quante. A mio parere e a detta di molti, questa dovrebbe essere l’ultima e fermarsi. Anche perchè hanno fatto intendere che i fratelli Blanco andranno via. Però ahimè, l’omicidio vogliono portarlo fino alla fine, quindi ,Las Encinas, non è ancora finita. Elité tanto è ormai abituata a essere una giocatrice tra glorie e disfatte. Sarà anche così ma non riesco a concepire il tanto successo che ancora riesce ad avere, davvero, me lo sono domandato e non sono riuscito a darmi una risposta. Sarà che sono “vecchia”, che non appartengo alla generazione -nuova- e che queste cose da “teen drama” non suscitano più entusiasmo in me. Però questa stagione è un buco nell’acqua!
Voto: 4
Miss. Bradshaw