Cast tutto nuovo per continuare la storia della Regina.

La serie creata da Peter Morgan è giunta al suo secondo re-casting, aveva già di fronte a sé una sfida impegnativa dettata dall’avvicinamento cronologico del racconto, ma la recente morte della Regina Elisabetta II a inizio settembre ha reso la situazione ancora più delicata. Il punto di partenza dei nuovi episodi è lo stesso: il concetto di Corona e di monarchia britannica.

Nella quinta stagione viene però raccontato il periodo peggiore del suo regno, quello in cui il sistema Corona è stato messo ripetutamente in discussione e a repentaglio da scandali e tragedie. La rovina dello yatch reale Britannia è la metafora apri-pista che conduce al racconto dell’annus horribilis della Regina (il 1992) durante il quale tre dei quattro figli si separarono e il Castello di Windsor venne distrutto da un devastante incendio, ed infine il tradimento di Carlo con Camilla reso pubblico al mondo grazie a una registrazione di una loro conversazione intima, che porta al divorzio tra l’attuale Re e la Principessa Diana.

All’ultimo giro di boa, prima della stagione finale, The Crown ha perso parecchio: in primo luogo ritmo e focus del racconto, ma ha dalla sua ancora una volta valori produttivi fuori scala ed un’eleganza espositiva mai rappresentata. Resta comunque la migliore tra le serie originali Netflix, ma è rimasta vittima della sua stessa metafora: il tempo (interno ed esterno al racconto) non ha giocato a suo favore e ne ha reso evidenti le crepe. Nella sesta stagione si arriverà alla morte di Diana: un’altra sfida ai limiti dell’impossibile.