Gli anelli del potere: Ritorno alla terra di mezzo

Dopo il successo della trilogia del Signore degli Anelli e Lo Hobbit di Peter Jackson sembrava quasi impossibile riportare all’attenzione del pubblico il mondo creato da J.R.R. Tolkien. Amazon ci riesce, proponendo questa serie televisiva in otto episodi (conclusasi il 14 Ottobre) diretta da J. A. Bayona (regista che ha diretto film come The Orphanage, Sette minuti dopo la mezzanotte) per i primi due episodi, Wayne Che Yip per i quattro successivi e Charlote Brandstrom per i due conclusivi. Inutile dire che è balzata subito ai primi posti della classifica delle serie più viste sulla piattaforma ed ora spieghiamo il perché.

Trama: Nella Seconda era della Terra di Mezzo, si assiste ad un periodo di pace tra gli Elfi di Valinor e gli umani del regno di Numenor dopo che Sauron, lo stregone del regno di Morghot, scompare dopo i vani tentativi di catturarlo. Galadriel (Morfydd Clark) comandante delle truppe degli elfi del Nord non crede che il nemico sia morto. Ansiosa di vendicare la morte del fratello avvenuta proprio per mano di Sauron, si oppone alla decisione del re Gil – Galad (Benjamin Walker) di ritirare le truppe e premiare i valorosi combattenti inviandoli nelle Terre Immortali di Valinor. Per questo decide di trasgredire l’ordine e di proseguire la ricerca dello stregone con l’aiuto di Halbrand (Charlie Vickers), un umano vittima di un naufragio che sta fuggendo dagli orchi che hanno attaccato il suo villaggio. Insieme dovranno convincere Miriel (Cynthia Addai Robinson) regina reggente di Numenor, ad inviare truppe nelle terre del Sud per sconfiggere il nemico.

Nel segno di Tolkien

La serie prende spunto dalla quarta parte del Silmarillion, l’ Akallabeth che narra della caduta del regno di Numenor. Si è detto prendere spunto perché sulla serie ha pesato molto il non aver acquisito i diritti sull’opera ma, gli sceneggiatori si sono resi conto che al suo interno vi potevano essere personaggi, situazioni e luoghi dai quali era possibile estrapolare nuove storie adatte al pubblico televisivo. Ecco allora che ritroviamo il regno dei nani e quella che sembra essere la futura Contea dove verranno ambientate le vicende del Signore degli Anelli . Sul piano scenografico quindi gli appassionati non avranno nulla da ridire.

La presenza femminile ed inclusione

Se le ambientazioni ricordano da vicino quelle descritte nei romanzi di Tolkien e nei film della trilogia di Jackson, a destare non poca perplessità è la grande presenza femminile della serie. Prima fra tutte Galadriel, vero e proprio fulcro del racconto, che appare molto diversa dal personaggio etereo interpretato da Cate Blanchett. Gli sceneggiatori hanno infatti ripensato alla dama elfica come una guerriera tormentata dalle tragedie del passato, che lungo il percorso verso la verità imparerà a non lasciarsi trascinare dall’istinto e dalla rabbia. Rimane il suo desiderio di rendere il suo popolo consapevole del pericolo che sta correndo ed i rischi che corre sottovalutandolo. Insieme a lei ricordiamo i personaggi di Miriel, regina reggente di Numenor sempre pronta ad agire per il bene del suo popolo ma alquanto diffidente e Disa, moglie di Durin IV interpretata da Sophia Nomvete, che come suggerisce la serie è il vero pilastro della coppia reale guidando suo marito nel prendere la decisione giusta in ogni situazione e nel ricucire l’amicizia con l’amico elfo Elrdod. A destare scalpore tra i puristi del genere fantasy è stata la scelta di scegliere persone di colore per Interpretare creature che animano l’immaginario collettivo come elfi, nani ed hobbit, che si inserisce nelle polemiche del politically correct già presenti in altri film come il live action della Sirenetta.

Personaggi misteriosi e mancanze

Molti sono a dire il vero i misteri presenti nella trama creata, come personaggi completamente nuovi, soprattutto nel mondo degli hobbit ( qui citati come Pelopiedi) nei quali però manca la spensieratezza alla quale siamo abituati. La stessa cosa vale anche per il fronte nemico in cui sappiamo poco delle vere origini del mondo degli orchi e del braccio destro di Sauron. Un nemico del quale scoprire l’identità si rivelerà una vera e propria ossessione per lo spettatore (in modo peggiore di Galadriel). Vengono seminati sospetti per poi …( non sveliamo nulla tranquilli). Ultimo mistero è l’identità del gigante amico dei Pelopiedi venuto dal cielo con poteri speciali. Chissà…

In conclusione

Gli anelli del potere è sicuramente un’operazione ben riuscita per gli amanti di serie fantasy e del mondo di Tolkien. I più intransigenti dovrebbero però capire che ad ostacolare l’opera passo per passo è il non aver acquisito i diritti del Silmarillion, per questo alcune scelte sembrano inconcepibili ma non intaccano minimamente la bellezza del prodotto. A mancare per ora è la suspense e la solennità delle grandi battaglie e una maggiore attenzione alle usanze dei popoli della terra di Mezzo che speriamo di trovare nella seconda stagione.

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