Wanna: L’arte del saper mentire

Titolo: Wanna

Regia: Nicola Prosatore, Alessandro Garramone, Davide Bandiera

Genere: Docuserie

Distribuzione: Netflix.

Trama: La docuserie in quattro puntate racconta la vicenda dell’ascesa di Wanna Marchi e della figlia Stefania Nobile nel mondo delle televendite, fino alla caduta dovuta alle accuse di truffa ed estorsione a danno di milioni di clienti, supportate da una lunga inchiesta giornalistica del programma Striscia la Notizia che portò alla carcerazione delle due.

Una vicenda che ha appassionato milioni di italiani

Il fatto che a distanza di anni si decida di dirigere un documentario su un personaggio controverso come quello di Wanna Marchi, dimostra come l’Italia difficilmente dimentichi chi con successo abbia speculato sulle fragilità umane usando come armi arte oratoria, facilità nel credere alle superstizioni e l’incapacità di accettarsi per quello che si è. Una vicenda dove si è sentito forte il bisogno di giustizia che per una volta ha fatto il suo corso in modo lodevole ed ha unito tutti. A dar più valore al tutto le riprese del processo delle telecamere.

Wanna: Vittima o carnefice?

Protagonista indiscussa rimane sempre e comunque quella che veniva considerata la regina delle televendite che ripercorre la sua infanzia contadina, il suo essere madre molto giovane e ( a suo dire) vittima di un marito colpevole di averla tradita molte volte e aver sperperato i guadagni di famiglia. Una donna che offre la sua versione riguardo ad amicizie che reputa i veri burattinai dei suoi guai giudiziari, che con grande spavalderia continua a professarsi innocente ( la colpa è dei creduloni di turno) e che ha creduto di essere intoccabile fino all’ultimo

Diversi punti di vista

Ad arricchire il documentario ci sono le diverse interviste a personaggi coinvolti in un mondo o nell’altro come la figlia di Wanna, Stefania Nobile, condannata insieme alla madre a nove anni di reclusione, le vittime della truffa, Stefano Zurlo,giornalista investigativo che ha seguito il personaggio Wanna Marchi fin dai suoi esordi e per finire quelli che vengono considerati dalla protagonista dei veri e propri traditori e agenti del male come il fantomatico mago Mario Pacheco Donascimiento ( intervistato in una località ignota perché ancora latitante) e l’inviato di Striscia la Notizia, Jimmy Ghione, che grazie alla tenacia degli autori del programma ha guidato gli italiani dentro una delle più discusse inchieste giornalistiche dell’ultimo ventennio. Ne viene fuori un ritratto a tutto tondo di una donna di grandi capacità manipolatorie riuscita a farsi strada in un mondo che agli inizi degli anni 80 catalizzava l’attenzione dei telespettatori alimentando la società del consumismo arrivata ormai ai suoi eccessi

Insomma un documentario da non perdere e soprattutto difficile da vedere senza lasciarsi trasportare da rabbia e preconcetti se si ha un forte senso di giustizia.

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