È arrivato il momento tanto atteso dai fan dell’universo Marvel che si sono trovati il 6 luglio a correre nelle sale per vedere il quarto capitolo del dio Asgardiano.
Prima di iniziare l’analisi del film vorrei soffermarmi sull’incasso totalizzato dal suo predecessore Ragnarok. Il tanto criticato quanto amato film uscito nel 2017, con il suo mix di comicità e cupezza della trama, ha totalizzato mondialmente 853 milioni a fronte di un budget di 180 milioni di dollari. Non pochi spiccioli dunque! Per Love and thunder, invece, il budget di produzione è salito a più di 250 milioni, uno dei più alti di tutto il marvel cinematic universe. Sicuramente il motivo di questo incremento è dato dalla presenza nel cast di alcuni importanti attori come Russell Crowe (Zeus), Christian Bale (Gorr) e Melissa McCarthy che fa una piccola apparizione interpretando una finta Hela. Ovviamente non poteva mancare la presenza dei Guardiani della Galassia nei primi minuti del film, facendoci già capire che piega avrebbe preso la nuova pellicola diretta da Taika Waititi.

Ma passiamo alla trama.
Partiamo subito con Thor intento a cercare la sua pace interiore dopo le precedenti delusioni e perdite, ma questo suo riposo viene subito interrotto dal macellatore di dei Gorr, interpretato straordinariamente da Christian Bale. Gorr è un umano devoto alla famiglia e agli dei finché, nel momento del bisogno, gli stessi dei gli voltano le spalle sbeffeggiandolo. A quel punto, il senso di vendetta inizia a prendere forma facendosi corrompere da una spada speciale capace di uccidere un dio. Inizia così la nuova sfida del dio del tuono intento a fermare Gorr con l’ausilio di Valchiria, Korg e Jane Foster.

A proposito di Jane Foster…
Il personaggio, interpretato da Natalie Portman, è a mio avviso il vero protagonista della pellicola. Senza nulla togliere a Chris Hemsworth, che ad ogni film sembra sempre più felice ed entusiasta nel ruolo, la vera attenzione va sulla dottoressa Foster, ormai malata di cancro, scelta dal vecchio martello di Thor, Mjölnir, che si ricompone e permette a Jane di trasformarsi nella potente Thor. Purtroppo questa trasformazione non l’aiuterà nella cura della malattia.

Il film nel complesso mi è piaciuto. La sua visione è molto gradevole, divertente ma anche profonda. Gioca a favore questo mix di sentimenti: abbiamo tristezza, rabbia, emozione, comicità e ironia. Altro punto a suo favore è sicuramente Gorr, uno dei villains più riusciti e inquietanti, oltre al percorso della dottoressa Jane.
I punti dolenti? L’intento di passare dall’ironico al comico in alcuni momenti non mi ha entusiasmato, associare un film Marvel con scene che quasi si avvicinano al film Una pallottola spuntata, anche no! Per non parlare degli dei che sembravano usciti da cartone animato Pollon.
VOTO: 8+
