Uncharted: non il solito film tratto da videogiochi?

Titolo: Uncharted

Genere: Avventura/Azione

Regia: Ruben Fleischer

Distribuzione: Warner Bros., Sony Pictures Italia

Trama: La pellicola racconta il percorso di sviluppo di Nathan Drake, personaggio protagonista dell’omonima serie di videogiochi firmata dal team di Naughty Dog, che da semplice barista si ritrova coinvolto in un avventuroso – e pericoloso – viaggio alla ricerca di un tesoro perduto.

Tra videogiochi e avventura reale

L’avventura di Nathan Drake ha inizio a partire da un flashback del passato riguardante la passione – condivisa con il fratello Sam – per la storia. Questo interesse ha portato entrambi, residenti in un orfanotrofio gestito dalle suore, a ficcarsi spesso nei guai, nel tentativo di fare qualche scoperta destinata a ribaltare la loro vita e dimostrare la loro discendenza dal noto corsaro Sir Francis Drake. Anni dopo Nathan, separatosi dal fratello in gioventù, ritrova la propria occasione di riscatto in Victor Sullivan, collaboratore del fratello Sam che cerca il ragazzo per andare alla ricerca del tesoro nascosto dell’equipaggio di Magellano. Questa ricerca porterà il duo ad intraprendere un pericoloso viaggio fatto di enigmi, incontri più o meno amichevoli e rischi, in una perfetta fusione tra molte scene già vissute all’interno dell’omonima saga videoludica e sequenze rivisitate e inedite, destinate a stupire perfino gli amanti del franchise Sony.

Personaggi più o meno funzionanti

Il film di Uncharted ha, come punto a suo favore, la base da cui trae ispirazione: i videogiochi della serie sono infatti un valido supporto, approfonditi sia dal punto di vista della narrativa sia dei personaggi. La pellicola riesce a riprendere alcuni degli aspetti più noti e apprezzati della saga videoludica e fonderli con l’universo cinematografico, peccando però sotto alcuni aspetti riguardanti i personaggi. A far storcere il naso sono, soprattutto, gli antagonisti: a differenza dei validi cattivi presenti nei giochi, infatti, il nemico principale della pellicola – interpretato da Antonio Banderas – e i suoi scagnozzi mancano di fascino e cattiveria, risultando fino all’ultimo un po’ scontati e poco attraenti. Altrettanto frustrante risulta essere il ruolo di una delle donne gravitanti nella carriera da esploratore di Nathan, ovvero Chloe Frazier: il personaggio risulta poco convincente e privo di quell’unione di fascino e astuzia che caratterizza invece la controparte videoludica. Discorso completamente diverso, fortunatamente, si può fare per il duo principale formato da Nathan e Sully. Questi ultimi, interpretati rispettivamente da Tom Holland e Mark Wahlberg, sembrano invece fatti per collaborare, in un’unione di forze che non può che far battere i cuori perfino dei più esigenti. I due attori sembrano quasi legati da un filo sottile e invisibile, che si sviluppa sia con un’ottima intesa sia con una serie di brevi battute capaci di strappare senza fatica un sorriso allo spettatore.

Un percorso di crescita

La pellicola firmata Warner Bros. e Sony si propone di ripercorrere il vero percorso di crescita che ha portato alla nascita di uno dei personaggi più amati dell’universo videoludico, partendo dalle sue origini per poi farlo terminare in un culmine che rappresenta il raggiungimento di una consapevolezza completamente nuova del proprio ruolo. A rendere il film particolarmente godibile e leggero è l’alternanza tra il già citato duo Holland e Wahlberg e le sequenze scelte per descrivere la storia di Nathan: il lungometraggio genera infatti un’ottima miscela tra scene rivisitate e spezzoni tratti proprio dai videogiochi, prendendo il meglio da entrambe e riuscendo ad evitare di snaturarle.

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