Il monarca francese Luigi XIV, conosciuto come Re Sole, è sicuramente una delle figure più appassionanti della storia moderna. Diverse sono le produzioni cinematografiche che riguardano questo re, basti pensare ai film dedicati ai tre moschettieri, o al più famoso The Man in the Iron Mask (La maschera di ferro) con Leonardo DiCaprio del 1998. Anche nella serialità questa figura ha avuto molto successo, anche perché Alexandre Dumas ha collaborato moltissimo con le sue opere letterarie a creare un immaginario collettivo.

Una delle serie che però coglie a pieno l’animo ambizioso del Re Sole è Versailles, una serie storica franco-canadese creata da Simon Mirren e David Wolstencroft. Composta da tre stagioni da dieci puntate ciascuna, la serie è stata trasmessa dal 2015 al 2018 e ora si può trovare sul catalogo Netflix. Narra le vicende di Luigi XIV partendo dalla costruzione della reggia di Versailles passando per tutte le dinamiche non solo private, ma anche militari, economiche e religiose (cristiani contro protestanti, divario onnipresente in quel periodo e non solo). La reggia fu costruita per attirare tutti i nobili francesi sotto il suo controllo, e perché non farlo dando loro il divertimento necessario, cibo, sesso e bellezza? Luigi XIV ha sempre avuto una visione chiara della politica da adottare, espansionista, certamente, ma aveva il desiderio di essere ricordato per la sua grandezza e la reggia di Versailles ne è la prova concreta.

Nei panni di Luigi XIV, troviamo un attore che è stato molto apprezzato in Vikings nel ruolo di Athelstan. Sto parlando di George Blagden che è riuscito ad incarnare egregiamente questo monarca arrogante e presuntuoso rendendolo comunque apprezzabile al pubblico. George Blagden è affiancato dall’attore gallese Alexander Vlahos (conosciuto per il suo ruolo di Mordred in Merlin) che interpreta l’eccentrico fratello di Luigi XIV, Filippo duca d’Orléans. Il duo è la colonna portante della serie in quanto, spesso, i loro litigi sono parte integrante dell’evoluzione dei personaggi. Filippo, infatti, risente molto del potere che ha il fratello maggiore in quanto suo re e non sempre ne condivide le decisioni sebbene debba supportarlo comunque. Però, è forse il personaggio che apprezzerete di più per la sua libertà, per il suo desiderio di essere all’altezza del re, per il suo sarcasmo e per la sua umanità. E non potrete non amare la storia d’amore tra Filippo e Chevalier de Lorraine (Evan Williams), sono il brio e l’inaspettato di questa serie.

Sul piano storico è molto accurata, sia per le vicende sia per i costumi. Quel che rende particolare questa serie storica, però, è il suo concentrarsi sugli intrighi di corte usando in maniera magistrale ciò che ancora oggi nella storia non è stato accertato. Riesce, dunque, a ricamare sulla verità storica una finzione plausibile. Basti pensare all’alone di mistero che si è creato intorno alla morte di Enrichetta d’Inghilterra (Noémie Schmidt), moglie di Filippo e amante del re. Sfrutta la supposizione di morte per avvelenamento per costruire una trama di intrighi e sotterfugi che vedranno protagonisti i cristiani e i protestanti, poi Luigi XIV e Guglielmo III d’Orange (George Webster) e, infine, anche Leopoldo I di Lorena (Rory Keenan).

Nell’ultima stagione, la terza, vedrà impegnato il duca d’Orléans, Filippo, nelle ricerche di un’altra figura avvolta nel mistero: l’uomo dalla maschera di ferro. Questo personaggio, o meglio, la sua esistenza, porterà scompiglio a corte e soprattutto nell’animo di Luigi XIV. In definitiva, è interessante vedere come certi misteri irrisolti siano stati intrecciati per creare una trama molto accattivante, senza tralasciare il fatto meramente storico. Consigliata a chi ama la storia e a chi piacciono gli intrighi di corte. Voto: 8