Titolo: Assassinio sul Nilo
Regia: Kenneth Branagh
Genere: Thriller
Distribuzione: 20th Century Fox
Trama: L’ ispettore Poirot segue un nuovo caso: Casualmente in vacanza in Egitto si imbarca insieme all’amico Bouc sul piroscafo Karnak per una crociera sul Nilo, alla quale partecipa anche una giovane coppia di sposi composta dalla ricca ereditiera Linnet Ridgeway e il suo affascinante fidanzato Simon Doyle. I due subiscono le ossessive minacce di Jaqueline Bellefort, ex fidanzata di Simon ed amica d’infanzia di Linnet. Sfortunatamente, pochi giorni dopo l’inizio della crociera la giovane sposa viene assassinata e Poirot inizia ad indagare. Tutti i presenti sono sospettati.
Branagh ci riprova

Dopo il grande successo ottenuto con Assassinio sull’ Orient Express , Kenneth Branagh riporta sul grande schermo il personaggio creato dalla scrittrice Agatha Christie scegliendo uno dei romanzi che aveva già avuto una precedente trasposizione cinematografica nel 1978, con un grande cast che vedeva tra gli altri Angela Lansbury, Mia Farrow e Bette Davis. In questa versione più moderna, Branagh decide di mostrarci il lato più umano del protagonista, che oltre ad usare il suo grande intuito per le indagini dimostra di essere molto coinvolto nel caso. E questo è sicuramente un punto di svolta rispetto ai film precedenti e che permette di apprezzare in modo diverso un classico intramontabile
Un cast eterogeneo

Elemento di modernità è sicuramente il cast che vanta tra i protagonisti attori molto conosciuti dal pubblico come Gal Gadot e Armie Hammer, ma a spiccare è il multiculturalismo con attori come Letitia Wright ( nel ruolo di Rosalie Otterbourgh, altra amica d’infanzia della protagonista) e Ali Fazal ( nel ruolo del cugino Andrew). Parlando di aggiunte in fase di sceneggiatura, il personaggio della madre di Bouc interpretato da Annette Benning, l’unico a non essere presente nelle precedenti versioni è nel libro della Christie. Un discorso a parte merita l’antefatto realizzato in bianco e nero che mostra una parte del passato di Poirot, che viene descritto come un eroe di guerra tormentato dal rimorso e dalla perdita della persona amata.
Quello che non funziona

Nonostante i buoni incassi e l’ottimo cast, lo spettatore si ritrova di fronte ad un film con poca azione e soprattutto pochi veri momenti di tensione, che si concentrano soprattutto nel finale. A sorprendere è però l’utilizzo della CGI per rendere più veritiera l’ambientazione. Una mossa della quale non si sentiva il bisogno.
Il film rimane comunque una versione godibile di un classico intramontabile che non deluderà nemmeno i più fanatici del genere.