Dopesick, tra dolore e dipendenza

Avete mai pensato che per combattere il dolore si può finire in un vortice ancora più pericoloso? In una dipendenza, ad esempio? La serie limitata Dopesick esplora quanto è avvenuto negli Stati Uniti d’America con la dipendenza dagli oppioidi a causa delle grandi case farmaceutiche (chiamate Big Pharma), promotori e finanziatori di medicine contro il dolore che, però, hanno portato a sviluppare la dipendenza da esse. Una storia ispirata al libro bestseller scritto da Beth Macy, Dopesick: Dealers, Doctors and the Drug Company that Addicted America, è stata portata sul piccolo schermo da Danny Strong, insieme alla regia di Barry Levinson. La miniserie, composta da otto puntate, è uscita dapprima su Hulu e poi, dal 12 novembre 2021 è approdata su Disney+, nella sezione Star Original (potete trovarla completa). I punti di forza sono molteplici, ma sicuramente il cast composto da attori formidabili rende ancora più incisiva questa miscela di generi diversi spalmati su un arco temporale livellato. Infatti, il protagonista è interpretato proprio dal grande Michael Keaton che si aggiudica, per questa sua performance nei panni di Samuel Finnix, il premio come miglior attore protagonista ai Golden Globe 2022.

Non dimentichiamo anche Rosario Dawson nei panni di Bridget Meyer, un’agente della DEA, e Kaitlyn Dever (formidabile in Unbelievable) nel ruolo dell’adolescente Betsy Mallum. Ma andiamo nel dettaglio, vi starete chiedendo di cosa parla Dopesick! Ci troviamo in una piccola comunità mineraria della Virginia dove la giovane Betsy lavora nella miniera col padre e altri uomini. A causa di un incidente che la porterà a soffrire di forti dolori, Betsy inizierà una cura a base di OxiContyn (ossicodone) e ne resterà imbrigliata. Infatti, quando il dottor Finnix le prescrive questo antidolorifico, non si conoscono ancora gli effetti distruttivi del farmaco. Con Betsy si strizza l’occhio a tematiche importanti che oggi sono trattate nella maggior parte dei teen drama, infatti Betsy dovrà fare i conti con la propria sessualità ma soprattutto con i genitori, ancora troppo legati ad una visione retrograda dell’amore (siamo negli anni ’90).

Intanto, il dottor Finnix sarà incoraggiato nella prescrizione del farmaco e ben presto inizierà anche lui a farne uso cadendo nello stesso vortice di molti altri. Mentre vengono narrate le vicende del dottore, l’azione si sposta nei corridoi della DEA dove la prima a muoversi contro la Pardue Pharma dei Sackler è l’agente Bridget Meyer. A causa di questa lotta, la donna perderà molto e alla fine non seguirà il caso, anche se darà una mano ad altri due agenti (Rick Montcastle, interpretato da John Sarsgaard, e Randy Ramseyer, interpretato da John Hoogenakker) che cercheranno di impedire all’OxyContin di causare altre vittime.

Tra indagini e storie personali di questi personaggi, vengono indagate e analizzate anche le modalità di produzione e gli affari della famiglia Sackler, in particolare spicca la figura di Richard Sackler (Michael Stulhburg), un uomo ambizioso e senza scrupoli. La narrazione comprende un arco di tempo ampio, dal 1996 in poi, fino ad arrivare al 2019, quando si è chiesto un vero e proprio risarcimento alla Pardue Pharma per aver causato così tante vittime.

Intrigante è la vendita del farmaco, pubblicizzata e diffusa tra menzogne e gare tra i rappresentanti di farmaci. In questo ruolo seguiamo le vicende dell’ingenuo Billy Culter (Will Poulter) e la cinica Amber (Philippa Soo). Una serie limitata polifonica che mischia omogeneamente più generi e tematiche creando qualcosa di unico e, soprattutto, interessante.

Unico difetto? Forse la lentezza, le puntate scorrono molto lentamente. Bella la fotografia e le musiche, però. Comunque, la serie tratta molto bene la dipendenza dal farmaco, in tutte le sue sfaccettature. L’Oxycontin fu una piaga sociale e la serie riesce a mettere in luce questo aspetto. Molto significative, però, le parole del dottor Finnix sul dolore: «𝑰𝒍 𝒅𝒐𝒍𝒐𝒓𝒆 𝒆̀ 𝒔𝒐𝒍𝒐 𝒅𝒐𝒍𝒐𝒓𝒆. 𝑵𝒐𝒏 𝒆̀ 𝒃𝒖𝒐𝒏𝒐 𝒐 𝒄𝒂𝒕𝒕𝒊𝒗𝒐, 𝒇𝒂 𝒔𝒐𝒍𝒐 𝒑𝒂𝒓𝒕𝒆 𝒅𝒆𝒍𝒍’𝒆𝒔𝒔𝒆𝒓𝒆 𝒖𝒎𝒂𝒏𝒐. 𝑨 𝒗𝒐𝒍𝒕𝒆 𝒑𝒖𝒐̀ 𝒖𝒔𝒄𝒊𝒓𝒏𝒆 𝒒𝒖𝒂𝒍𝒄𝒐𝒔𝒂 𝒅𝒊 𝒃𝒖𝒐𝒏𝒐 𝒔𝒆 𝒂𝒃𝒃𝒊𝒂𝒎𝒐 𝒊𝒍 𝒄𝒐𝒓𝒂𝒈𝒈𝒊𝒐 𝒅𝒊 𝒂𝒏𝒅𝒂𝒓𝒆 𝒑𝒊𝒖̀ 𝒂 𝒇𝒐𝒏𝒅𝒐 𝒆 𝒕𝒓𝒐𝒗𝒂𝒓𝒆 𝒖𝒏𝒂 𝒔𝒕𝒓𝒂𝒅𝒂 𝒑𝒆𝒓 𝒄𝒆𝒓𝒄𝒂𝒓𝒆 𝒅𝒊 𝒔𝒖𝒑𝒆𝒓𝒂𝒓𝒍𝒐. 𝑩𝒆𝒉, 𝒑𝒐𝒕𝒓𝒆𝒎𝒎𝒐 𝒕𝒓𝒐𝒗𝒂𝒓𝒆 𝒍𝒂 𝒑𝒂𝒓𝒕𝒆 𝒎𝒊𝒈𝒍𝒊𝒐𝒓𝒆 𝒅𝒊 𝒏𝒐𝒊». Anche dalla tragedia si può provare ad estrarre qualcosa di buono, come ha fatto Dopesick: da una tragedia è nato un vero gioiellino che gli amanti delle serie tv non devono assolutamente perdere! Voto: 9

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