Titolo: La ragazza di Stillwater
Regia: Tom McCarthy
Genere: Thriller/ Drammatico
Distribuzione: Dreamworks Pictures
Trama: Bill Baker è un operaio che lavora su una grossa piattaforma petrolifera. Da cinque anni, sua figlia Allison, studentessa universitaria in Erasmus si trova in un carcere di Marsiglia accusata dell’omicidio di una sua compagna di corso. L’uomo si scontra con il sistema giudiziario francese che è restio a riaprire il caso, ma trova l’aiuto di Virginie, un’attrice di teatro e madre single che si offre di aiutarlo come traduttrice.
Un padre disposto a tutto

La vicenda raccontata nel film ruota intorno al personaggio di Bill Baker (Matt Damon), un padre che per dimostrare l’innocenza della figlia Allison (Abigail Breslin) accetta di intraprendere un viaggio dall’Oklahoma fino a Marsiglia, città multiculturale dove a farla da padrone sono gli ostacoli dovuti alla poca conoscenza della lingua, ed il diverso approccio nei confronti dei vari aspetti della vita. In questo caso il voler garantire chiarezza nelle indagini in ambito giudiziario e non evitando di dover incriminare degli innocenti, che viene scambiato per omertà e scarsa collaborazione da parte del protagonista, che intraprendere un percorso verso la speranza di poter recuperare quel briciolo di speranza svanito ancora prima dell’incriminazione per omicidio della figlia con il suicidio della moglie. Lo spettatore segue Bill che da uomo dalle mille certezze tutte americane come il tifoso per la squadra di football o il voto per i repubblicani, decide di mettersi in discussione confrontandosi con dubbi e incertezze che riguardano la persona che ama.
I mille volti di Marsiglia

Nello sviluppo della vicenda, oltre al percorso umano del protagonista, un ruolo importante, come in ogni giallo che si rispetti, lo ha la città di Marsiglia, che appare in tutta la sua vitalità culturale ma anche piena di quartieri dove lo spaccio è la principale fonte di guadagno e si trovano personaggi pronti a rapinare turisti inesperti
Un thriller con molte lacune

Se questi aspetti sono il punto di forza del film, si può affermare che la sceneggiatura dà poca importanza a quello che è lo sviluppo della vicenda giudiziaria lasciando molti punti in sospeso. Non viene approfondito il ruolo di alcuni personaggi secondari che sono però testimoni importanti ed il loro coinvolgimento nella vicenda, come il professore di Allison che offre un nuovo spunto per riaprire le indagini, non si hanno flashback del periodo trascorso dalla ragazza a Marsiglia scegliendo di far partire la narrazione da un incontro in carcere tra padre e figlia. Tuttavia il film rimane godibile e ,a chi ama il confronto con la realtà, non potrà sfuggire un riferimento ad un efferato fatto di cronaca come il delitto di Perugia nel quale venne assassinata la studentessa inglese Meredith Kercher.