Titolo: Venom – La Furia di Carnage
Regia: Andy Serkis
Genere: Azione/Sci-Fi
Trama: Il giornalista Eddie Brock ha una nuova occasione di tornare alla ribalta quando il serial killer Cletus Kasady lo convoca per l’ultima intervista prima della condanna a morte. Speranzoso di ottenere nuovamente la fama e informazioni sui luoghi in corrispondenza dei quali si trovano i cadaveri delle sue vittime Brock accetta, ma la conversazione prende una piega inaspettata, fino ad arrivare al contatto fisico: sarà in questa occasione che Venom, simbionte residente nel corpo di Eddie, trasferirà una parte di sé in Kasady. Quest’ultimo riuscirà quindi a sopravvivere all’iniezione letale e ad evadere, per poi spostarsi nel mondo alla ricerca di vendetta con un nuovo simbionte nel corpo.

Tra simbionti e serial killer
Il secondo capitolo ricalca le orme del suo predecessore del 2018, riprendendo la vena umoristica e dissacrante già caratteristica di quest’ultimo e mescolandola con temi sicuramente più cupi. Questa alternanza è soltanto la prima di una serie: particolarmente importanti all’interno della pellicola sembrano infatti essere i continui binomi, probabilmente scelti per mettere in risalto le differenze tra i personaggi ed enfatizzarne le caratteristiche. Primo connubio è quello composto dai due effettivi protagonisti, ovvero Eddie e Venom, che appaiono fin dalle scene iniziali ancor più legati rispetto al passato ma anche divisi, a causa di una visione diversa dei poteri del simbionte. Seconda coppia – e contrapposizione – è quella tra Eddie e Cletus, due personaggi apparentemente opposti che, man mano, si riscoprono invece simili, accomunati da un passato difficile e da una continua tendenza all’autodistruzione. Una somiglianza simile potrebbe rappresentare la base per la nascita della terza unione, ovvero quella tra il serial killer e il simbionte Carnage, desideroso di vendetta e libertà quanto Kasady e ben poco disposto a scendere a compromessi. Ultima, ma non meno importante, è sicuramente la coppia costituita dai due simbionti, ovvero Venom e Carnage, opposti perfino nei colori. Tutte queste opposizioni eppure somiglianze rendono il film una piacevole altalena, messa spesso in evidenza anche da scelte di fotografia e inquadrature: esempio interessante in tal senso sono alcune sequenze ambientate in una tenebrosa chiesa gotica, dove i due simbionti e portatori danno il meglio in uno scontro di forza dalle tinte spettacolari.

Tante novità non spiegate
A colpire nel corso del film è, in particolar modo, la mole di informazioni che viene buttata su schermo rispetto alla breve durata. Venom – La Furia di Carnage si propone infatti come primo scalino di introduzione a quello che è l’universo estremamente ampio dietro al personaggio di Venom e, più in generale, dei simbionti, senza però riuscire appieno nell’intento. Molti personaggi risultano interessanti fin dai primi istanti, ma finiscono poi con il perdersi in sequenze troppo frenetiche. Utile per rendere l’idea è il personaggio di Frances, ovvero l’amata di Cletus Kasady. A lei si deve infatti gran parte dell’evoluzione del serial killer, ma non solo: la ragazza è dotata di un potere legato alla voce che riporta alla mente il franchise degli X-Men e i più recenti Mutants, ma che all’interno della pellicola non viene spiegato, approfondito o – in alcun modo – minimamente ricollegato ad altri capitoli Marvel. Altrettanto valido sarebbe stato il personaggio di Carnage che però, al di là della realizzazione grafica eccezionale e perfetta per dargli quell’impronta molto più violenta e sanguigna, non si “presenta” allo spettatore, rimanendo fino alla fine una semplice estensione mal riuscita e più cattiva di Venom. A lasciare a bocca aperta perfino coloro che si allontanano dai binari più romantici è, infine, l’evoluzione del rapporto tra Eddie e Anne. Il finale del primo capitolo li aveva visti uniti contro un nemico comune e a ricalcare l’importanza della ragazza nella vita del reporter vi era anche stata la parziale condivisione del simbionte. Tutto questo, fin dalle prime scene, nel secondo capitolo si è completamente perso: sono passati mesi, Anne non si è più fatta sentire e, al suo riapparire su schermo, lascia senza parole annunciando il suo imminente matrimonio con il compagno Dan.

Il sequel colpisce oppure no?
Venom – La Furia di Carnage è una pellicola abbastanza breve e “leggera”, all’interno della quale si fondono bene tutte le caratteristiche che da sempre contraddistinguono i film Marvel. Al di là dell’intrattenimento, però, il secondo capitolo non colpisce, finendo troppo in fretta e lasciando moltissimi spunti di riflessione che non vengono poi approfonditi. Arrivati ai titoli di coda sullo spettatore cala il velo della consapevolezza: fino a quel momento si spera in un’evoluzione che, all’improvviso, diventa inesistente. Sicuramente, quindi, la nuova avventura di Venom risulta godibile, ma dalle possibilità molto più limitate di quanto sperato.
Molto bella l’analisi dei personaggi di Eddie Brock e Cletus Kasady. Al primo film di Venom ho dedicato questo post (molto ironico): https://wwayne.wordpress.com/2018/10/06/venom/. Che ne pensi?
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