Titolo: The Last Duel
Regia: Ridley Scott
Genere: Storico
Distribuzione:
Trama: Francia, XIV secolo. Il cavaliere Jean de Carrouges sposa la bella Marguerite de Thibouville. La giovane rivela al marito di essere stata stuprata in sua assenza da Jacques Le Gris, uno scudiero amico di Jean e suo compagno di battaglie. Per far sì che Le Gris risponda delle proprie azioni, Jean de Carrouges decide di sfidarlo a duello per il proprio onore e per amore della moglie. Si giunge a quello che verrà definito dagli storici “L’ultimo duello di Dio” nel quale la Provvidenza Divina era considerata l’unica depositaria della verità e quindi avrebbe punito il vero colpevole.

Ridley Scott e la passione per la storia
Presentato alle Mostra del Cinema di Venezia, il film segna il ritorno sul grande schermo di Ridley Scott dopo l’insuccesso di Tutti i soldi del mondo con una vicenda realmente accaduta nel Medioevo che sembra ricordare da vicino l’argomento trattato in altri film da lui diretti come I duellanti. L’accostamento sembra essere pertinente, poiché anche nel caso citato, anche se si ha un cambio di ambientazione storica come l’ età napoleonica, la trama del film vede protagonisti due ufficiali che si battono per una questione d’onore. Nel nostro caso viene mostrato come nel Medioevo il duello fosse considerato del tutto illegale e poteva aver luogo solamente con il consenso del re, ma nonostante tutto conservava ancora un’ aura sacra dato che a guidare la mano dei combattenti era la stessa volontà di Dio, unico custode della verità. Una sacralità che ritroviamo se vogliamo anche nel Gladiatore dove ad emettere la sentenza di morte o salvezza era l’ imperatore considerato una divinità

Il coraggio della donna
Ruolo centrale è rivestito dal personaggio femminile, che nel corso della vicenda rappresenta la voce di chi all’epoca era destinata soltanto al focolare domestico, a dover soddisfare il proprio marito ed occuparsi dei figli. Marguerite rappresenta una vera e propria anomalia dato che sa leggere ed amministrare i beni di famiglia in caso di assenza del marito, ma soprattutto decide di rischiare la propria reputazione e la propria vita a favore di una verità scomoda. Il suo non è l’unico caso di stupro ma a differenza di lei molte donne preferiscono non denunciare e salvarsi .

La gestione del punto di vista
Dal punto di vista tecnico, la particolarità del film risiede nella gestione del punto di vista dei tre protagonisti principali della vicenda. Ognuno di loro vive quanto accaduto in modo diverso. Jean de Carrouges ( interpretato da Matt Damon) esprime il punto di vista dell’uomo fedele al suo re che subisce la più grave delle offese al proprio onore e cerca il modo migliore per avere giustizia, Jacques Le Gris ( Interpretato da Adam Driver) quello dello scudiero libertino, anch’egli istruito mosso dal perseguire i propri piaceri e a scalare i gradini dell’alta società. A stravolgere in parte le loro versioni è il punto di vista femminile di Marguerite ( interpretata da Jodie Comer), quello della vera vittima della situazione costretta a passare per colpevole tramite le malelingue ed i pregiudizi di chi crede che anche un commento sull’oggettiva bellezza di un uomo possa significare essere consenzienti, oppure indossare un abito che mette in mostra le forme provochi sguardi indesiderati. Questioni che si ripresentano anche in epoca moderna dove sembra non essere cambiato molto.
In conclusione un film di grande impatto e modernità nonostante l’ambientazione medievale, che dimostra come la riflessione su tematiche universali riscuota sempre grande successo di pubblico e che trovare storie originali in mercato che tende a privilegiare sequel di personaggi che non hanno più nulla da raccontare non è così difficile se si ha la sceneggiatura giusta e due premi Oscar come Damon e Affleck nel cast