The O.C., il teen drama intramontabile della California

Era il 7 settembre del 2004 quando la prima puntata di The O.C. andò in onda in Italia per la prima volta su Italia 1, accompagnando, così, tanti ragazzini appena usciti da scuola che sognavano di rivivere l’estate. Era un appuntamento fisso, e la sigla di apertura, California dei Phantom Planet, ha spopolato in quel periodo proprio grazie alla serie. Ancora oggi è impossibile non pensare a Newport e ai suoi abitanti quando si ascolta questa canzone. The O.C. riscontrò un grande successo tra il pubblico inizialmente (in America uscì nel 2003), poi verso la terza stagione l’audience calò e si decise di concluderla con una quarta ed ultima stagione. La serie è, difatti, composta da quattro stagioni per un totale di 92 puntate che, al momento, troverete interamente su Prime Video.

Ideata e prodotta da Josh Schwartz, si presenta come un teen drama ambientato in una località della California, appunto Orange County (da qui il titolo della serie). Ma non è solo questo, infatti ha il sapore di soap opera perché sono numerosi i cliché presi da questo genere; in primis il parlare di famiglie ricche e benestanti e poi aggiungendo amori turbolenti tra gli adulti. Sicuramente non può essere paragonato ai teen drama degli ultimi tempi nella quale troviamo il crime, il sesso esplicito e un’inclusività maggiore. Resta, comunque, uno di quei prodotti intramontabili che permette il rewatch ai nostalgici senza annoiarsi ma anche una prima visione coinvolgente. Inoltre, è stato il trampilino di lancio per alcuni attori che, grazie allo show, hanno acquisito la notorietà, basti pensare a Benjamin McKenzie o Rachel Bilson.

La trama è molto lineare e si incentra su Ryan Atwood (Benjamin McKenzie), un ragazzo di Chino che verrà adottato dalla famiglia Cohen. Ryan ha vissuto in un quartiere di periferia subendo episodi di violenza domestica e si ritroverà a vivere una vita completamente diversa una volta trasferitosi a Newport dai Cohen, infatti incarna un po’ l’outdiser della situazione. Abitare in una cittadina di ricconi non sarà facile per lui, ma si ambienterà grazie ai suoi nuovi amici, Seth Cohen, Marissa Cooper e Summer Roberts (in seguito si aggiungerà anche Taylor Townsend).

La personalità di Seth (Adam Brody) stride con quella del misterioso e cupo Ryan, ma entrano subito in sintonia. Seth, infatti, è un nerd che non riesce ad avere degli amici, innamorato da sempre di Summer e che usa il sarcasmo come arma di difesa. Seth accoglierà subito il giovane portato a casa dal padre. Summer Roberts (Rachel Bilson) è la tipica ragazzina viziata e snob che ama le feste e fare shopping. Figlia di un rinomato chirurgo plastico, non le è mai mancato nulla a parte l’amore di sua madre che l’ha abbandonata all’età di dodici anni. Summer scoprirà, nel corso delle stagioni, che la superficialità non la rende felice e che preferisce, invece, lasciarsi andare ai sentimenti. Il personaggio più particolare (e discusso) è la problematica Marissa Cooper, interpretata da una splendida Mischa Barton. All’apparenza è una ragazza solare, vivace, la classica reginetta del ballo. Ma dopo la sue vicende familiari, Marissa avrà un rapporto complicato con la madre, con le droghe e con l’alcol. Sarà lei, molto spesso, ad incasinare la vita dei suoi amici, in particolare di Ryan, innamorato di lei fin dal primo incontro.

E poi abbiamo Taylor (Autumn Reeser), una ragazza amante della cultura e della letteratura che soffre per l’anaffettività della madre. Entrerà nel gruppo più tardi per poi diventare regular nella quarta stagione. Seguiamo le vicende di questi ragazzi dal liceo fino al college, tra tradimenti e indecisioni, tra amicizia e amore. Il tutto è intervallato dalle storyline dei genitori di questi ragazzi: Sandy e Kirsten Cohen (interpretati rispettivamente da Peter Gallagher e Kelly Rowan) sono i genitori che tutti vorrebbero e sono anche una coppia molto affiatata (nonostante ci saranno alti e bassi nella loro relazione matrimoniale); e non possiamo non menzionare l’iconica Julie Cooper (Melinda Clarke), l’arrampicatrice sociale per eccellenza che ottiene tutto grazie al suo charme e ai suoi modi ammiccanti.

Insomma, un insieme di personaggi stereotipati che, però, funzionano perfettamente nell’insieme senza risultare banali o seccanti. La serie, purtroppo, finisce un po’ troppo frettolosamente, quasi si sentisse il bisogno di chiudere questo capitolo per iniziarne un altro. Il finale non è male, il vero problema è come ci si è arrivati a quel punto. Nonostante questo scivolone, dovuto anche alla decisione presa dalla Barton di voler lasciare il suo personaggio alla fine della terza stagione, The O.C. si annovera tra le serie cult.

In effetti la serie ci ha regalato moltissime scene indimenticabili, come quella del primo incontro tra Marissa e Ryan. Il loro dialogo è rimasto nella storia; Marissa lo guarda e gli domanda: «E tu chi sei?», e lui, con il suo fare enigmatico, risponde: «Chiunque tu vuoi che io sia». O il romantico bacio capovolto tra Seth e Summer che emula quello celebre tra Spider-Man e Mary Jane di Sam Raimi, o ancora, il lancio della sedia sdraio di Marissa mentre litiga con la madre…È una serie adolescenziale che, in un modo o nell’altro, ha fatto la storia ed ha conquistato un posto nel cuore dei suoi fan. Quindi recuperatela, perché merita assolutamente la vostra attenzione.

Voto: 7½

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