
Nonostante le difficoltà produttive e distributive dovute alla pandemia di COVID-19, il 2020 ci ha comunque regalato titoli meritevoli, che renderanno l’edizione degli Oscar 2021 meno accesa della precedente ma comunque interessante. Come sempre, la categoria più prestigiosa e competitiva è la principale, ovvero quella del Miglior Film: i candidati sono quest’anno sette e in questo articolo andremo a presentarli.
Una donna promettente (Promising Young Woman), 2020
Notevole la sceneggiatura, che mischia la commedia nera al dramma riuscendo a risultare ritmata, brillante e davvero divertente senza per questo sminuire l’importanza dei temi trattati. Bella regia e bei costumi, convincente Carey Mulligan, fotografia troppo artefatta ma gradevole e funzionale a creare un interessante contrasto tra i toni pop e la drammaticità degli eventi. Non è abbastanza originale per essere il Thelma & Louise del nuovo millennio, ma si tratta comunque di un prodotto intelligente e davvero godibile.
Altre candidature: regia (Emerald Fennell), attrice protagonista (Carey Mulligan), sceneggiatura originale (Emerald Fennell), montaggio (Frédéric Thoraval)
The Father – Nulla è come sembra (The Father), 2020
Dramma da camera di ispirazione kaufmaniana, la cui chiara concezione teatrale non risulta claustrofobica grazie alla sceneggiatura, brillante e molto intrigante, e alle meravigliose interpretazioni di Hopkins e Colman (ottimo anche il cast secondario). Regia sobria ma elegante, splendida scenografia, fotografia molto raffinata e funzionale alla narrazione, interessante e riuscito anche l’uso dell’opera per la colonna sonora.
Altre candidature: attore protagonista (Anthony Hopkins), attrice non protagonista (Olivia Colman), sceneggiatura non originale (Christopher Hampton, Florian Zeller), montaggio (Giorgos Lamprinos), scenografia (Peter Francis, Cathy Featherstone)
Judas and the Black Messiah, 2021
La sceneggiatura tende a perdersi un po’ e funziona più su un livello documentaristico (a tratti didascalico) che strettamente narrativo, ma la crudezza della scrittura riesce a restituire con realismo la complessità degli eventi narrati. Ottime interpretazioni di Kaluuya, Stanfield e Plemons, buona regia, fotografia un po’ artificiosa ma gradevole e ben realizzata, belli la colonna sonora e il montaggio. Notevole l’uso dei filmati d’epoca.
Altre candidature: attore non protagonista (Daniel Kaluuya, Lakeith Stanfield), sceneggiatura originale (Will Berson, Shaka King), fotografia (Sean Bobbitt), canzone originale (Fight For You)
Mank, 2020
Un film molto particolare e impossibile da seguire con interesse senza conoscere Quarto Potere (Citizen Kane), di cui riprende in modo brillante la struttura narrativa, l’uso delle luci e diverse scelte registiche. Ottima la sceneggiatura, così come la colonna sonora, il ritratto della figura di Mankiewicz e la perfetta interpretazione di Gary Oldman. Non convince invece la rappresentazione macchiettistica di Orson Welles, figura ridimensionata in modo quasi paradossale dal momento che, anche ammettendo che la sceneggiatura di Citizen Kane sia interamente frutto del lavoro di Mankiewicz, Fincher omaggia allo stesso modo l’apparato visivo del film, che è invece incontestabilmente opera di Welles.
Altre candidature: regia (David Fincher), attore protagonista (Gary Oldman), attrice non protagonista (Amanda Seyfried), fotografia (Erik Messerschmidt), scenografia (Donald Graham Burt, Jan Pascale), costumi (Trish Summerville), trucco e acconciatura (Gigi Williams, Kimberley Spiteri, Colleen LaBaff), colonna sonora (Trent Reznor, Atticus Ross), sonoro (Ren Klyce, Jeremy Molod, David Parker, Nathan Nance, Drew Kunin)
Minari, 2020
La contrapposizione e soprattutto la sovrapposizione tra la cultura coreana e il “sogno americano” sono gli aspetti più interessanti del film, che pur risultando molto realistico e poetico nella descrizione della vita familiare è un po’ troppo debole a livello di trama per giustificare la lunghezza di quasi due ore. Si tratta comunque di un prodotto originale e notevole, che vanta una bella regia, buone se non ottime interpretazioni e una splendida fotografia, perfettamente coerente con l’atmosfera del film e in grado di restituire l’ambientazione vintage senza sembrare mai artificiosa.
Altre candidature: regia (Lee Isaac Chung), attore protagonista (Steven Yeun), attrice non protagonista (Yoon Yeo-jeong), sceneggiatura originale (Lee Isaac Chung), colonna sonora (Emile Mosseri)
Nomadland, 2020
Un film atipico, davvero interessante e molto empatico: non è sicuramente di intrattenimento, ma la magistrale interpretazione di Frances McDormand sorregge una sceneggiatura a tratti un po’ troppo lenta e diluita. Bellissima regia, non eccessivamente virtuosa ma affascinante e realizzata in modo impeccabile, splendida fotografia, ambientazioni molto realistiche e suggestive.
Altre candidature: regia (Chloé Zhao), attrice protagonista (Frances McDormand), sceneggiatura non originale (Chloé Zhao), fotografia (Joshua James Richards), montaggio (Chloé Zhao)
Il processo ai Chicago 7 (The Trial of the Chicago 7), 2020
Un buon prodotto della tradizione hollywodiana, arricchito da un cast notevole e affiato (Sacha Baron Cohen domina la scena, ma tutte le interpretazioni dei protagonisti sono di livello). La sceneggiatura stempera la retorica di fondo grazie ai toni brillanti, ritmati e a tratti da commedia, che rendono il film molto godibile. Regia e fotografia accademiche, colonna sonora riuscita nella scelta dei brani preesistenti ma sentimentale per quanto riguarda lo score, il montaggio delle riprese d’archivio poteva essere realizzato in modo più interessante ma è comunque efficace.
Altre candidature: attore non protagonista (Sacha Baron Cohen), sceneggiatura originale (Aaron Sorkin), fotografia (Phedon Papamichael), montaggio (Alan Baumgarten), canzone originale (Hear My Voice)
Sound of Metal, 2019
Un film interessante e profondamente empatico, a tratti addirittura doloroso, che usa come mezzo per l’immedesimazione l’udito del protagonista, interpretato in modo molto intenso da Ahmed. La sperimentazione sul sonoro è sicuramente l’aspetto più bello e inedito del film, che vanta però anche una buona regia, una bella fotografia e una sceneggiatura non troppo sentimentale considerando il tema trattato.
Altre candidature: attore protagonista (Riz Ahmed), attore non protagonista (Paul Raci), sceneggiatura originale (Darius Marder, Abraham Marder), montaggio (Mikkel E. G. Nielsen), sonoro (Nicolas Becker, Jaime Baksht, Michelle Couttolenc, Carlos Cortés, Phillip Bladh)