
La terza stagione di Drive To Survive cerca di mantenere il contatto dei protagonisti della Formula 1 con il proprio pubblico, nei limiti purtroppo concessi dal COVID-19.
Dopo un primo episodio che racconta i primi indizi di ciò che sta per abbattersi sul campionato, già il secondo inizia ad affrontare l’argomento con serietà mista a occasionale ironia, con l’incipit che mostra Christian Horner (team principal della Red Bull) in viaggio e con la battuta pronta: “Buongiorno, Netflix! Mi raccomando, due metri di distanza.”
Il terrore del virus si fa sempre più concreto, l’intero campionato è in serio pericolo ma le telecamere sono sempre pronte a registrare ogni attimo di questo anno diverso dal solito senza mai dimenticare di documentare uno degli eventi sportivi più seguiti e amati al mondo.

Come la Formula 1 anche la serie deve adattarsi in continuazione, e a volte anche in fretta come lo scorso anno quando si è dovuto documentare un lutto nel mondo delle corse. Quest’anno la situazione è ancora più complessa, e ne fuoriesce forse la stagione più interessante sul piano teorico, poiché in questo caso la sovrapposizione tra l’argomento e il documentario è totale, dovendosi entrambi abituare a un mondo che non ammette più certe cose che si davano per scontate.
La serie, composta sempre di 10 episodi, cerca sempre di raccontare quello che accade nei box delle varie scuderie. Certamente uno dei migliori episodi è quello su Valtteri Bottas: che tratta del rapporto con il suo compagno Lewis Hamilton. L’episodio sulla Ferrari e su Sebastian Vettel è giocato tutto sulla tensione, con il tedesco filmato a Monza nel pieno della sua rabbia, animato dal sarcasmo e nella consapevolezza che l’amore con la Ferrari è finito. Pecca molto, in quell’episodio, la mancanza totale di riferimento alla conclusione dell’avventura della famiglia Williams in Formula 1.

Alla fine si intuisce che nulla potrà fermare queste squadre, già pronte a tornare in pista per un’annata “normale” (il campionato 2021 inizierà tra pochi giorni, il 28 marzo, e il numero previsto di gare è pari a quello di un anno senza problemi). E Netflix sarà nuovamente lì per documentare il tutto, a debita distanza.