Daniel Day-Lewis: l’insospettabile “Mister X” di Hollywood

Se qualcuno vi chiedesse “chi è Daniel Day-Lewis?” sapreste rispondere? In molti si fermerebbero a riflettere, senza riuscire a collocare la sua figura al mondo cinematografico, altri invece direbbero che si tratta di un attore, citando probabilmente un suo film, ma solo in pochi esclamerebbero “uno degli attori più in gamba di Hollywood!”. Perché ci sarebbe questa discrepanza? Il motivo è molto semplice: quando si pensa ad un grande attore hollywoodiano, vengono in mente nomi come ad esempio Robert De Niro, Al Pacino, Meryl Streep, Jack Nicholson, Tom Hanks, Cate Blanchett, i meno giovani direbbero Katharine Hepburn, Clark Gable, Bette Davis, Ingrid Bergman, nessuno menzionerebbe Daniel Day-Lewis. Com’è possibile che un attore con una media di un Oscar vinto ogni due nomination ricevute passi così inosservato? Tranquilli, la colpa non è solo vostra, ci ha messo anche del suo sparendo dalla scena per molto tempo. Questo articolo nasce quindi con l’obiettivo di ricordare, soprattutto ai più giovani, chi sia questo attore passato in sordina per troppo tempo, spesso per sua volontà, ma che meriterebbe una maggiore riconoscenza per le sue doti e di dover essere ricordato per la sua carriera “sui generis“. 

Non vi starò a raccontare quando è nato e dove ha studiato, non sono Wikipedia dopotutto, mi soffermerò però sulla sua filmografia, a partire dal suo esordio cinematografico accreditato nel film “Gandhi” del 1982, in cui recita in una piccola parte; per chi non conoscesse il film, sappiate che l’anno successivo vinse otto Oscar alla cerimonia, quindi se non lo avete visto recuperatelo se siete interessati all’argomento.

Nel 1984, Day-Lewis ha l’occasione di collaborare con due attori di spicco, Anthony Hopkins e Mel Gibson, nel film “Il Bounty“, nell’anno seguente invece fa parte del cast di “Camera con vista“, vincitore di tre Oscar, che vanta anch’esso la presenza di due attrici che tutti conosciamo, ovvero Maggie Smith e Helena Bonham Carter.

Il successo arriva solo nel 1989 con “Il mio piede sinistro“, un film biografico e molto drammatico, che gli vale il suo primo Oscar come “miglior attore protagonista“. Il film narra la vita al di fuori del comune di Christy Brown, uno scrittore affetto da paralisi cerebrale, in grado di muovere soltanto il suo piede sinistro, con il quale imparerà a scrivere e dipingere; a tal proposito vi regalo una curiosità: Day-Lewis, per entrare nel personaggio nel migliore dei modi, imparò davvero a scrivere con il piede sinistro, una scelta che alla fine ha ripagato il suo duro lavoro. Oggi mi sento particolarmente buono, quindi vi rivelerò un’altra curiosità sul film: è tratto dall’omonima autobiografia di Brown, che è stata ampliata nel famoso romanzo “Down All the Days” del 1970, scritto sempre da lui, considerato un vero e proprio successo internazionale, quindi se amate i libri ve lo consiglio caldamente.

Il 1989 è un anno importante per Daniel Day-Lewis anche per un altro aspetto: annuncia il ritiro dal mondo teatrale, che lo ha visto recitare in vari spettacoli, tra cui “Amleto” e “Romeo e Giulietta“, nel decennio 1979-89; durante questo periodo, ha potuto affinare la sua tecnica attoriale, conducendolo alla vittoria di numerosi premi nel corso della sua carriera.

Conoscete “L’ultimo dei Mohicani“? Quel film ambientato nel 1757 in Nord America, durante la guerra tra francesi e inglesi? Indovinate chi presta il volto al personaggio soprannominato “Occhio di Falco“? Sì, proprio lui: Daniel Day-Lewis! E in “L’età dell’innocenza“, di Martin Scorsese, chi pensate sia il protagonista che è innamorato del personaggio di Michelle Pfeiffer? Daniel Day-Lewis! In tutti questi capolavori lui c’è sempre, e non con ruoli secondari o da semplice comparsa, bensì da protagonista, a dimostrazione del suo talento sconfinato.

Dopo aver collaborato con vari attori del calibro di Emma Thompson e Winona Ryder, Day-Lewis compie una scelta che rende la sua carriera ancor più differente da quella dei suoi colleghi: terminate le riprese del film “The Boxer” del 1997, decide di prendersi una pausa dalla scene, svincolandosi di fatto da Hollywood e dalla fama che lo accompagna. Durante questo periodo, decide di recarsi a Firenze e si cimenta nella mansione di apprendista calzolaio, ma di scarpe per vip, perchè d’altronde era inevitabile che dovesse distinguersi dalla massa e trovare una peculiarità anche in un lavoro come quello, sennò non si sarebbe chiamato più Daniel Day-Lewis, concordate? Fortunatamente sarà il buon Martin Scorsese ad insistere per reintrodurlo nel mondo cinematografico, e il suo si può dire che è un ritorno in grande stile: in “Gangs of New York“, del 2002, veste i panni di William Cutting , detto “Bill il Macellaio”, recitando al fianco di Leonardo DiCaprio, Cameron Diaz e Liam Neeson in un film molto apprezzato dalla critica, ambientato durante gli anni della Guerra Civile Americana.

Prima ho lasciato intendere che l’attore abbia vinto più di un Oscar, quindi vi starete chiedendo “in che film lo ha ottenuto se fino ad ora non lo hai citato?”. Bisogna attendere il 2007, quando un altro grande regista, ovvero Paul Thomas Anderson, lo chiama per il ruolo del protagonista ne “Il petroliere“: il film si rivela essere un capolavoro, Daniel si consacra definitivamente come uno dei migliori attori del panorama hollywoodiano e non solo, vincendo per la seconda volta l’Oscar al “miglior attore protagonista”. Oggigiorno è diventato sempre più difficile vincere quella ambita statuetta di nuovo dopo averla ottenuta già una volta in passato, per questo la sua vittoria, in tempi abbastanza moderni se vogliamo, acquisisce un ulteriore significato. 

Come avrete già capito, l’attore ha un legame speciale con l’Italia, infatti nel 2009 recita in “Nine“, un film ambientato nella Roma del 1965, ispirato a “8 1/2” di Fellini; nella pellicola impersona un regista alter ego dello stesso Fellini, recitando con varie donne, come Penelope Cruz, Marion Cotillard, Nicole Kidman e Kate Hudson, ma anche con attori e attrici italiane, come Sophia Loren, Elio Germano e Ricky Tognazzi. Se non vi ho convinti a guardarlo, vi aggiungo una chicca: nel film è presente anche Martina Stella, dai che ora non avete più scuse per non dargli una chance!

Il 2012 è l’anno in cui veste i panni del personaggio con cui i più giovani lo hanno scoperto e lo identificano: in “Lincoln” di Steven Spielberg impersona il protagonista, lo storico presidente degli Stati Uniti d’America negli anni della Guerra Civile Americana; qui viene il bello, perchè entra ancor di più nella storia dell’Academy aggiudicandosi il suo terzo Oscar come “miglior attore protagonista” su sei nomination totali, diventando di fatto una leggenda vera e propria se consideriamo che ha recitato in soli 20 film durante la sua carriera cinematografica.

Successivamente lo ritroviamo come protagonista ne “Il filo nascosto” del 2017, che vede alla regia di nuovo Paul Thomas Anderson, un film ambientato nella Londra negli anni cinquanta, più precisamente all’interno del mondo della moda dell’epoca, che ottiene l’Oscar per i “migliori costumi”. Questa pellicola non rappresenta solo l’ultima in ordine cronologica della sua filmografia, ma anche l’ultima della sua carriera di attore, che abbandona il mondo del cinema ritirandosi definitivamente nello stesso anno.

Daniel Day-Lewis ha dimostrato di essere un attore atipico sin dagli esordi, evidenziando come la formazione teatrale sia propedeutica ad una recitazione cinematografica di alto profilo, come confermato dalla critica più e più volte. La sua seconda e inequivocabile uscita dall’industria cinematografica ha rappresentato un duro colpo per tutti coloro che amano quest’arte, perché può piacere o meno il suo stile attoriale, ma una persona come lui non sarà mai possibile sostituirla: nel corso degli anni si susseguiranno attori bravi e preparati, nessuno però potrà essere originale e anticonvenzionale come Daniel Day-Lewis, un vero e proprio “unicum” nella storia del cinema.

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