13 reasons why, la serie degli adolescenti della Liberty

Attenzione: l’articolo contiene alcuni spoiler sulla serie!

Negli ultimi anni, sicuramente, tra i teen drama più famosi troviamo 13 Reasons Why, basato sul romanzo thriller 13 di Jay Asher che è stato pubblicato nel 2007. La serie è stata distribuita su Netflix nel 2017 e, avendo riscosso molto successo, è stata rinnovata fino alla quarta stagione, benché le vicende del libro si esauriscano tutte nella prima stagione. Infatti Brian Yorkey, l’ideatore, ha deciso di continuare la storia degli studenti della Liberty High School per trattare diversi temi ormai affrontati dalla maggior parte delle serie che hanno per protagonisti degli adolescenti: violenza, bullismo, sessualità, omosessualità, disturbi e suicidio.

I protagonisti indiscussi della prima stagione sono Clay Jensen (Dylan Minnette) e Hannah Baker (Katherine Langford). Clay è un ragazzino insicuro, gentile e per certi aspetti ingenuo che soffre di attacchi di panico. Si innamora di Hannah, una ragazza ordinaria ma energica. Quest’ultima si suicida e in tredici cassette spiega il motivo del suo gesto. Clay si ritrova ad ascoltare le cassette, ci mette molto tempo perché non riesce ad andare avanti nell’ascolto, ha paura di ritrovarsi in quel racconto. Con la splendida introduzione dello storytelling, Hannah Baker racconta i suoi motivi, racconta cosa le hanno fatto e vediamo la storia dal suo punto di vista. Di primo acchito possono sembrare fatti irrilevanti che non portano ad un gesto eclatante e fatale come questo, escludendo lo stupro. Ma questo è il punto di riflessione più importante che questa stagione ci offre: dobbiamo stare attenti ai gesti e alle parole perché tutto va ad incidere sulla persona che abbiamo di fronte. Non è stato un unico motivo che l’ha spinta al gesto fatale, è stato l’insieme di tutte le derisioni, le esclusioni e le delusioni, che hanno fatto maturare in Hannah il desiderio di togliersi la vita. Scelta discutibile, ma quanti giovani non riescono a sopportare simili situazioni? Quanti giovani chiedono aiuto e poi non riescono ad averlo? Ecco, Hannah è il resoconto di una società egoista e menefreghista.

Nella seconda stagione la madre di Hannah, Olivia  (Kate Walsh), denuncia la Liberty per fare luce sulla morte della figlia. Si apre così il processo dove tutti coloro che sono stati citati nelle tredici cassette raccontano la propria verità. Abbiamo, dunque, un quadro più completo di Hannah e della sua personalità, di quanto ha detto e di quanto ha, invece, omesso. Una stagione polifonica, ricca di flashback proprio come la prima, e sicuramente più dinamica, anche se aspramente criticata per la violenza che ha subito Tyler (Devin Druid). Tyler, infatti, è nelle cassette perché ha fotografato Hannah di nascosto, l’ha stalkerata. Ma nel corso di questa stagione stava cercando di aprirsi agli altri, di non restare sempre dietro la sua macchina fotografica. La scena cruenta dell’ultima puntata fa storcere un po’ il naso ai telespettatori: perché tanta violenza e crudeltà verso un ragazzo che cercava di migliorarsi? Si può tentare di dare una risposta, probabilmente perché  nella vita, nonostante la voglia di migliorarsi, qualcuno ti impedirà di farlo. Tyler rappresenta il processo inverso di Hannah: mentre Hannah, dopo le angherie e i soprusi, ha deciso di porre fine alle sue sofferenze, Tyler decide di avventarsi contro i suoi carnefici; insomma due vittime a confronto, due reazioni opposte, sono uno l’alter ego dell’altra. Dalla terza stagione in poi Hannah Baker esce completamente di scena; la sua tragedia ha cambiato profondamente i ragazzi involucrati nelle cassette, ma il personaggio non ha più un ruolo. Entra, invece, un altro personaggio nel gruppo, ossia Anysia detta Ani (Grace Saif), la nuova arrivata alla Liberty. Ani vive nella casa di Bryce Walker ( Justin Prentice) poiché la madre della ragazza è la nuova domestica di casa Walker. Bryce è uno dei ragazzi che ha fatto più male ad Hannah, è uno stupratore e questa  stagione si concentra sulle indagini per scoprire chi l’ha ucciso. Sono in tanti ad essere sospettati, ma i ragazzi restano uniti e compatti, per la polizia sarà difficile venirne a capo. Il narratore è Ani, è lei che racconta per la maggior parte delle puntate quanto è accaduto; infatti lei ha intrapreso una relazione con Clay ma ha un legame anche con Bryce. Bryce stava cercando di cambiare, era cresciuto in un ambiente tossico con un padre assente, un nonno misogino e una madre anaffettiva. Non è una giustificazione, ma in questo caso il suo background spiega il percorso di rieducazione che il ragazzo aveva intrapreso, per poi essere troncato dalla sua prematura morte. L’assassinio di Bryce sconvolge le vite degli studenti coinvolti già nelle cassette di Hannah e non trovano pace. Un colpevole, però, viene dato, così da poter archiviare il caso e vivere il resto degli anni scolastici in tranquillità…Ci sbagliamo, ovviamente.

L’arrivo di Winston (Deaken Bluman) alla Liberty crea scompiglio perché lui sa la verità, o meglio, sa che il colpevole consegnato alla polizia per l’omicidio di Bryce non è il vero colpevole. Clay inizia ad andare in paranoia, non si fida più dei suoi amici e avrà sempre più attacchi; infatti nella quarta e ultima stagione si vedrà molto bene il suo percorso terapeutico con il dottor Ellman (Gary Sinise). Dopo quanto è accaduto nel corso degli anni, è verosimile il crollo di Clay Jensen, l’amico su cui tutti hanno fatto affidamento. I protagonisti saranno impegnati ad accusarsi tra loro, a scoprire la verità e a proteggersi a vicenda. Essendo una serie adolescenziale ambientata in una scuola troviamo anche i primi amori, le sbornie e i balli. Ma ci sono personaggi che sono entrati nel cuore, come Jessica Davis (Alisha Boe); la ragazza, dopo aver subito una violenza, decide di battersi per i diritti delle donne, aiuta altre ragazze (anche ragazzi) ad affrontare il trauma. E la storia di Jessica si intreccia con quella di Justin Foley (Brandon Flynn, lo troviamo anche in Ratched), uno dei personaggi più amati della serie. Justin non ha avuto una famiglia alle spalle, verrà accolto dai Jensen diventando a tutti gli effetti il fratellastro di Clay. Purtroppo la loro storia d’amore non finisce come tutti i fan desideravano. Senza fare spoiler, credo che il destino di Justin sia stato il più ingiusto. Gli altri personaggi importanti nella storia sono: Alex Standall (Miles Heizer), Zach Dempsey (Ross Butler) e Tony Padilla (Christian Navarro): il primo deve fare i conti con le conseguenze del suo tentato suicidio, il secondo con la sua dipendenza da alcol e l’ultimo con l’immigrazione clandestina. Una serie non troppo leggera, a tratti lenta e un po’ violenta. Mette in luce le problematiche della scuola americana accentuandone alcuni aspetti. La consiglio? Solo se vi piace il genere. Voto: 7½

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