Emily in Paris – un’americana in Francia

Se in questi giorni di autunno siete annoiati, avete voglia di viaggiare ma nel vostro portafogli trovate solo scontrini datati e pochi spiccioli che forse non basterebbero nemmeno per comprare un biglietto della metropolitana, Emily in Paris è la serie che fa per voi.

Divertente, moderno, audace e très chic! Questo è il prodotto che è riuscito a creare Darren Star, che per chi non lo sapesse, o se avete anche solo un campanellino in testa che vi riconduce a qualcosa, è il produttore di serie tv come Younger (2015 – in corso), Beverly Hills 90210 (1990 – 2000) e l’iconica serie televisiva di fine anni ’90: Sex and the City (1998 – 2004). La sua firma è irriconoscibile, con uno stile così fresco e giovanile: la vita notturna nei locali, le feste, il divertimento, le amicizie, il lavoro e l’amore – che non vanno mai mischiati – . Insomma, se siete amanti di ciò che Darren Star è riuscito a fare in passato, allora non potete perdervi neanche questo suo ultimo lavoro, che è un po’ il risultato di quello che si ottiene mettendo insieme Younger e Il Diavolo Veste Prada.

Ma chi è Emily?
Emily Cooper (Lily Collins) è una giovane donna – la sua età non viene mai specificata, forse per rispettare la legge universale del “non si chiede l’età ad una donna”? – che vive, o meglio viveva, a Chicago. Ha un buon lavoro e un fidanzato; in breve, la vita sembra essere stata fin troppo generosa con lei e, grazie al suo talento nel marketing, la giovane donna viene mandata a Parigi per supervisionare un’azienda ed essere il loro american point of view (punto di vista americano).
Quella che potrebbe sembrare una svolta nella sua vita, si rivela invece l’inizio di un incubo che cammina sui tacchi a spillo. E no, non è Miranda Priestly ma ci si avvicina parecchio. Il suo nuovo capo,  Sylvie (Philippine Leroy-Beaulieu), non sembra accettare questo cambiamento in azienda e non prova nemmeno un po’ a nasconderlo, lo stesso fanno i suoi colleghi che non perdono occasione per punzecchiarla e farla sentire un pesce fuor d’acqua. Oh, e ovviamente non poteva mancare la rottura tra Emily e il suo boyfriend. Vi immaginate una donna impegnata in una relazione a distanza nella città dell’amore per eccellenza? Io no, e nemmeno Darren Star, che di conseguenza non ha voluto negare ad Emily qualche piccola scappatella e notte brava.
French do it better?

Probabilmente il tutto inizia a prendere una piega simile a quella di Sex and the City, ma stavolta mettete da parte Manhattan e trasferitevi nella capitale della moda francese, dove ogni vizio è permesso e mai giudicato. Qui, Emily viene a contatto con una realtà diversa, quasi opposta alla sua, con un’immagine speculare della città che ci viene offerta e che fa venir voglia di abbandonare tutto e prendere un last minute per la Francia.

Di giorno Parigi è immersa in una luce pura ed elegante; i ristorantini di quartiere sono deliziosi e mai kitsch, o meglio, ringarde, e anche quando non ci si perde in abitazioni stile la reggia di Versailles, la serie mantiene un tocco di classe tipico francese che mostra la vera quotidianità del vivere a Parigi.
La notte, invece, è tutta un’altra storia; le feste nei locali, le ubriacature con le amiche, gli incontri casuali che hanno come tema comune la trasgressione con una punta di ribellione ai vari stereotipi che fino ad adesso hanno dipinto la Francia come un luogo ortodosso e non incline a disobbedire alle “regole”.

Sex and the City 2.0 o versione millennial, Emily è un po’ la Carrie Bradshaw che non ha ancora superato i trent’anni, che passa da un amante all’altro ma con un unico chiodo fisso: il vicino di casa Gabriel (Lucas Bravo), che episodio dopo episodio diventa sempre più irraggiungibile e proibito (Mr. Big vi dice qualcosa?). Gabriel, che oltre ad essere un figo pazzesco è anche uno chef eccezionale (a lei tutte le fortune), si scopre essere il ragazzo di Camille (Camille Razat); okay, forse da questo punto di vista la nostra Emily non è stata proprio fortunata. Il tutto si complica perché Camille ed Emily diventano subito amiche dopo un incontro casuale. Amicizia o ragazzo perfetto della porta accanto (o in questo caso, del piano di sotto): voi cosa avreste fatto?

E non potrebbe mancare l’aiuto e il supporto di un’amica che diventa subito best character della serie nel giro di un attimo: Mindy (Ashley Park), giovane donna anche lei, ma non di Chicago, bensì di origini cinesi. Trasferitasi in Francia ormai da un bel po’, Mindy è più francese di un tizio qualsiasi che si chiama Jean Paul, che cammina per strada con una baguette sotto braccio e che per pranzo mangia escargot. La ragazza, forse un po’ svampita ma con la giusta dose pungente di ilarità e menefreghismo, mostra ad Emily qual è il giusto tono per affrontare ogni giorno la vita parigina a testa alta senza mai scoraggiarsi e avere nostalgia di casa. Sicuramente, in un’ipotetica seconda stagione, la sua presenza sarà maggiore che nella prima data la convivenza “forzata” delle due nell’ultimo episodio.

Le vicende di Emily sono raccontate in soli dieci episodi, travolgenti ma non troppo impegnativi o intricati. Leggera, e forse con qualche cliché di troppo che comunque mantiene la serie interessante e mai noiosa, Emily in Paris è disponibile dal 2 ottobre sulla piattaforma Netflix per tenervi compagnia. Non fatevela scappare!

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