Spider-Man: L’eroe (super)umano di Sam Raimi

Il cinema dedicato ai supereroi ha trovato un’espansione sempre più grande nella nostra contemporaneità. Gli universi condivisi della Marvel e della DC, con il loro vasto campionario di personaggi, si sono rivelati delle perfette macchine di soldi. Tuttavia, a parere di chi scrive, sono davvero poche le volte in cui qualità narrativa e spettacolo hanno coinciso. Quel “Marvel Cinematic Universe” iniziato nel 2008 con “Iron Man”, in particolare, ha sempre maggiormente offerto intrattenimento più che reale sostanza nelle sue pellicole. Ma non è sempre stato così. C’è stata una trilogia di film, precedente a questo universo condiviso, che è arrivata a fare molto di più di tutto quanto abbiamo visto fino ad oggi. Una trilogia di pellicole slegate dalla continuità narrativa offerta da Tony Stark e compagni, dedicata ad uno straordinario personaggio e diretta da un nome altrettanto tale. Mi riferisco allo “Spider-Man” di Sam Raimi.

Il regista statunitense regala al supereroe in questione la sua prima avventura nel 2002, anno di uscita di “Spider-Man”. Lo studente Peter Parker, innamorato della bella Mary Jane Watson, è il bersaglio fisso dei suoi compagni di scuola. Amico di Harry Osborn e residente a casa degli zii, il ragazzo non sembra destinato a grandi cose. La puntura di un ragno geneticamente modificato, tuttavia, cambia completamente la sua esistenza, conferendogli straordinari poteri. Ma Peter non è il solo ad essere cambiato. Pur distaccandosi parzialmente dalla controparte cartacea, l’origine dell’Uomo Ragno è estremamente convincente. Dopo una prima parte introspettiva dedicata tanto al protagonista quanto ai suoi comprimari, assistiamo ad una seconda parte avvincente e spettacolare. A tenere banco è lo scontro con il Green Goblin, magistralmente intepretato da Willem Dafoe. Si tratta di un nemico impegnativo per il nostro eroe, che inizia già da questo film ad intraprendere un percorso di doloroso e sacrificante eroismo. Un percorso che conduce ad un esito assolutamente non scontato. La perfetta calibrazione della pellicola, la scelta di un cast azzecatissimo ed affiatatissimo, una messa in scena spettacolare ed avvincente e una meravigliosa colonna sonora conducono il film ad un grandissimo successo. Questo assicura la produzione di un seguito.

Esattamente due anni dopo il primo film arriva infatti “Spider-Man 2”. A mio parere, parliamo del film Marvel più bello mai realizzato. Un capolavoro del genere ineguagliato ancora oggi, che si rivela essere un vero e proprio “blockbuster d’autore”. La pellicola, infatti, offre una caratterizzazione a dir poco straordinaria dei personaggi, in particolar modo del tormentato protagonista. Tuttavia, non rinuncia minimamente né all’azione né ad uno spettacolo di altissimo livello. La storia rappresenta il sequel diretto del predecessore e vede un Peter Parker deluso e confuso. La sua nuova identità, infatti, gli complica ulteriormente la vita e gli impedisce di avere ciò che desidera di più. Spider-Man è diventato di troppo e Peter decide di non esserlo più. L’arrivo di un nuovo e formidabile nemico, unito ad altri importanti eventi, permetteranno la nascita di una nuova e potente consapevolezza. “Spider-Man 2” si rivela ancora migliore del suo predecessore e riflette profondamente sul concetto di scelta, di eroismo e di sacrificio. Peter non può scegliere se essere o meno Spider-Man. Deve esserlo perchè è quella la sua vocazione, è quello il suo destino. Non solo per sé stesso ma anche per le persone che credono in lui. Perchè, come dice la Zia May nel suo toccante ed emozionante discorso, c’è “un eroe in tutti noi… che ci mantiene onesti, ci dà forza, ci rende nobili… E alla fine ci permette di morire con dignità. Anche se a volte dobbiamo mostrare carattere e rinunciare alle cose che desideriamo di più. Anche ai nostri sogni”. Davvero moltissime, nel percorso di crescita di Peter, le scene emozionanti e di qualità. Questo percorso vede anche l’evoluzione convincente degli altri comprimari, profondamente influenzati dal protagonista e dalle sue scelte. A tanta qualità narrativa ne corrisponde anche un’altra, dal punto di vista dell’azione. Memorabili e spettacolari sono infatti gli scontri con Doc Ock, invecchiati benissimo ancora oggi, emozionanti ed avvincenti. Il film consolida il favore del pubblico con un ottimo incasso e conquista ulteriormente la critica. Nonostante la trama principale offerta dal film si concluda, tuttavia, vengono gettate le basi per un terzo capitolo.

E arriviamo al 2007, anno di uscita del controverso “Spider-Man 3”. Il discorso su questo film è davvero particolare. A causa di profonde divergenze con la produzione, Raimi è costretto a riscrivere la sceneggiatura del film e ad inserire la presenza di ben tre cattivi. Peter Parker, in questo film, deve infatti vedersela con Green Goblin Jr, l’Uomo Sabbia e persino… Venom, sua nemesi per eccellenza e fortemente voluta dalla produzione. In termini di azione e spettacolo, la pellicola è una vera e propria bomba a mano. Detenendo il primato di film più costoso della storia del cinema, “Spider-Man 3” offre effetti speciali di altissimo livello e combattimenti estremamente spettacolari e coinvolgenti. Le oltre due ore di visione scorrono a meraviglia in questo senso e offrono tutto il meglio che un terzo capitolo può dare. A risentirne, tuttavia, è la sceneggiatura, che si rivela inferiore ai due capitoli precedenti. Alcune cose funzionano, come il protagonista diviso tra il burrascoso rapporto con Mary Jane e la sua lenta e distruttiva corruzione morale. Altre, invece, funzionano decisamente meno. In particolar modo, sono i cattivi che non rendono come dovrebbero, e a farne maggiormente le spese è proprio Venom. La forzatura della sua presenza, limitata alla sola parte finale, si sente e si percepisce chiaramente. Nonostante il successo commerciale superiore ai due capitoli precedenti, tuttavia, il film viene sommerso di critiche e commenti negativi. A parere di chi scrive, però, è opportuno affermare questo. Alla luce delle divergenze con la produzione, Raimi non poteva fare meglio di come ha fatto. E’ vero che questo terzo capitolo è inferiore agli altri due ma è anche vero che, a distanza di anni e vedendo i molti prodotti di genere venuti dopo, “Spider-Man 3” è più dignitoso di quanto si pensi. E conclude degnamente, nel bene e nel male, una trilogia di spessore e di qualità.

In definitiva, a parere di chi scrive, la trilogia di “Spider-Man” di Sam Raimi è la serie di film Marvel migliore di sempre. Questo perchè coniuga felicemente, nonostante un terzo capitolo più zoppicante, spettacolo e qualità di scrittura. Al Peter Parker di Tobey Maguire sarebbe poi seguito quello di Andrew Garfield… Sarebbe poi arrivata la Disney e Tom Holland… Ma questa è un’altra storia.

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