La bussola d’oro, primo volume della trilogia Queste oscure materie, di Philip Pullman, nel 2007 è diventato un film prodotto dalla New Line Cinema e diretto da Chris Weitz.
Nel cast, accanto a Nicole Kidman, nel ruolo della Sig.ra Coulter, e a Eva Green, nei panni di Serafina Pekkala, regina delle fate, Daniel Craig (Lord Asriel) e una giovanissima Dakota Blue Richards a dare il volto a Lyra, la bambina che, suo malgrado, si ritrova al centro di una vicenda a metà strada tra la favola e l’incubo.
Nonostante un incasso di oltre 372 milioni di dollari, un Oscar e un BAFTA per gli effetti speciali, oltre a ventuno nomination per altri premi, la crisi economica del 2008 spinse la casa di produzione a cancellare la realizzazione dei due seguiti programmati.
Nel 2015, però, l’inglese BBC annunciò di voler trarre dai romanzi una serie TV e, dopo tre anni di pianificazione, nel 2018 annunciò di aver selezionato parte del cast principale.
Il 2 novembre 2019 il primo episodio di His Dark Materials – Queste oscure materie venne mostrato in anteprima mondiale proprio in Italia, durante il festival Lucca Comics & Games.
Il 3 novembre 2019 la serie, composta da otto episodi, è stata trasmessa per la prima volta da BBC One e, il giorno successivo da HBO, per arrivare poi, l’1 gennaio 2020 anche in Italia, trasmessa da Sky Atlantic.
La seconda stagione è stata confermata ancor prima della messa in onda della prima stagione, dando subito l’avvio alle riprese dei nuovi episodi, che sono state, però, interrotte a causa della pandemia.
La saga fantasy, tradotta in quaranta lingue, ha sollevato le critiche degli ambienti cattolici, a cui non è sfuggita la forte rassomiglianza tra l’istituto della Chiesa e il Magisterium, l’oscuro organo governativo che controlla il mondo di Lyra, la giovane protagonista ora interpretata dalla spagnola Dafne Keen.
Nel mondo parallelo in cui vive Lyra, ogni essere umano è accompagnato da un daimon, la manifestazione fisica in forma di animale della sua anima. I daimon cambiano forma fino all’età adulta dell’umano a cui sono legati, per poi assumere quella definitiva.
Da quel momento, una misteriosa materia chiamata polvere inizia a depositarsi sull’adulto. Il Magisterium è convinto che la polvere sia un’emanazione del peccato originale e, al fine di liberarne l’umanità, fa rapire numerosi bambini su cui sperimentare l’intercisione, una pratica crudele atta a separare il bambino dal suo daimon.
L’intercisione è quasi sempre fatale, ma quando riesce i bambini, privati del libero arbitrio, diventano marionette nelle mani del Magisterium.
Tra i bambini rapiti c’è Roger (Lewin Lloyd), il migliore amico di Lyra.
Ingannata dalla signora Coulter (Ruth Wilson), che promette di aiutarla a ritrovare Roger, Lyra la segue, ma presto scopre che c’è proprio lei dietro ai rapimenti.
La bambina allora scappa, decisa a raggiungere suo zio, Lord Asriel (James McAvoy), per potergli così consegnare un singolare e prezioso artefatto conosciuto come Aletiometro, la bussola d’oro, ma durante la fuga si imbatte in un gruppo di gyziani, un popolo nomade sulle tracce di un bambino rapito.
Da qui comincia l’avventura che porterà Lyra all’estremo Nord (parte delle riprese è stata fatta in Artide), dove conoscerà Iorek Byrnison, il re in esilio degli Orsi Corazzati, Serafina Pekkala (Ruta Gedmintas) e l’aeronauta Lee Scoresby (Lin-Manuel Miranda).
L’eterogeneo gruppo si unisce intorno a Lyra, l’unica al mondo in grado di usare l’Aletiometro; ciò fa di lei l’inconsapevole protagonista di un’antica profezia delle streghe: dalle decisioni di Lyra dipenderà il destino dell’umanità intera.
Nonostante le critiche generalmente favorevoli, His Dark Materials – Queste oscure materie non ha convinto tutti: secondo David Levesley di British GQ, infatti, la serie è troppo simile al film per risultare davvero interessante, anche se stando a Rotten Tomatoes la resa visiva e la dovizia di dettagli della serie catturano l’essenza dei romanzi, sebbene manchi un pizzico di magia.
Secondo Dan Fienberg, di The Hollywood Reporter, gli episodi hanno colto molti degli elementi che hanno reso celebre la saga, tuttavia non riescono a fare presa sullo spettatore. Caroline Framke di Variety è sostanzialmente concorde: a suo parere la serie non si differenzia poi molto dalle altre di genere fantasy nonostante gli elementi singolari.