8 semplici regole e un destino beffardo

Oggi vorrei parlarvi di questa sitcom del 2002, durata solo 3 stagioni, ma che avrebbe potuto raggiungere il traguardo delle 5 stagioni di “Tutto in famiglia” senza problemi, questo se il destino non si fosse messo di mezzo.

La trama è molto semplice: gli equilibri della famiglia Hennessy si rompono quando Paul, marito e padre di 3 figli, viene incontro alla moglie e si scambiano i ruoli: lei tornerà a lavorare come infermiera mentre lui baderà ai figli, cercando di recuperare il tempo perso con loro e continuando a esercitare la sua professione di giornalista ma entro certi limiti.

Sin da subito capiamo che i tempi delle battute e la recitazione sono gradevoli, certo non iconici, ma le situazioni e il rapporto genitori-figli ci sembrano così reali che non si può non prendere in simpatia almeno uno dei protagonisti:
● Bridget: furba e bella, ma stupida e che vive per lo shopping
● Kerry: l’altra figlia anticonvenzionale, fuori dagli schemi, con le sue battutine pronte per tutti, amante dei disegni, ribelle ma coscienziosa
● Rory: il figlio spione, il più piccolo, non sa fare altro quel ragazzo
● Paul: padre terrorizzato all’idea che le figlie possano avere un ragazzo, è eccessivamente protettivo ma solo perché gli vuole bene, tuttavia non si fida di loro ciecamente e litigano spesso anche per questo, perché se lui è esagerato loro sono senza esperienza, ogni volta devono trovare un punto di incontro
● Cate: la madre è la più saggia di tutti, solo che è poco presente, ma sa farsi rispettare

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