La sitcom più nerd degli ultimi anni, ideata da Chuck Lorre e Bill Prady, fu trasmessa per la prima volta negli Stati Uniti il 24 settembre del 2007, conta di 12 stagioni, 279 episodi e uno spin-off, Young Sheldon (2018).
Dopo aver passato ben dodici anni a farci compagnia, The Big Bang Theory si è conclusa lo scorso 16 maggio, andando in onda un’ultima volta sulla CBS con gli ultimi due episodi della serie, The Change Constant e The Stockholm Syndrome, regalandoci un finale degno di nota. Inutile dire che tante lacrime sono state versate, sia da parte dei telespettatori che dal cast, dispiaciuto di aver lavorato insieme un’ultima volta.

È vero, di sitcom oramai ce ne sono fin troppe ma The Big Bang Theory è da sempre stata diversa. Sarà a causa del tema inusuale che ci è stato proposto? Per il fatto che ci siamo affezionati ad un personaggio così “odioso” quanto maniaco dell’ordine quale Sheldon Cooper? O, magari, perché qualcuno si è avvicinato al mondo della scienza grazie a loro? Probabile.
Sicuramente questa non sarà una delle serie che finirà nel dimenticatoio, non solo per le gag esilaranti di cui è piena, di momenti a volte romantici a volte un po’ scemi che ci hanno strappato un sorriso anche quando non ne avevamo voglia, ma per il suo finale che sembra calzare a pennello con tutta la strada fatta dal 2007 ad oggi.
Gli ultimi due episodi della dodicesima stagione hanno chiuso per sempre una porta che pensavamo – o speravamo – rimanesse aperta ancora per qualche anno, indorando una pillola un po’ amara. Dire addio a qualcosa non è sempre facile ma un bel lieto fine può aiutare ad accettare i fatti, e questo è stato uno di quei casi. Un finale all’altezza di ogni aspettativa, lasciando ogni cosa al suo posto, senza troppi cambiamenti repentini – eccetto per l’ascensore che, finalmente, è stato riparato e la lieta notizia di Penny incinta che avrà fatto esclamare un “aaaw” un po’ a tutti –.

Ma partiamo dall’inizio della 12×23.
L’episodio inizia con il solito “previously on The Big Bang Theory…” ma le immagini che seguono non sono decisamente adatte ai deboli di cuore. Le scene che ci vengono proposte iniziano con Sheldon e Leonard nel nuovo appartamento di Penny, e da qui scorrono tutti gli eventi più importanti nella vita della serie; i tre famosi knock knock di Sheldon, Soffice Kitty, la madre di Howard, Raj che non riusciva a parlare con le donne, e poi Bernadette, Amy, il primo bacio tra Penny e Leonard a quella festa di Halloween, il matrimonio tra Howard e Bernadette. Tutte le scene più belle, ricche di emozione e che hanno portato ogni singolo personaggio fino a questo punto.
L’episodio inizia come un normalissimo episodio e continua come un normalissimo episodio, quasi non sembra di stare guardando un finale di stagione.
La caratteristica della serie è decisamente la gradualità e l’equilibrio; ogni cambiamento avvenuto è da sempre stato progressivo, proporzionale. E così il finale, che non ha scombussolato per niente tutto l’equilibrio a cui siamo abituati. Nessuno ha lasciato il proprio appartamento, nessun trasloco, nessuna inquadratura finale di un salotto vuoto, quasi come a significare la fine di un’era. Ovviamente, lo è. È la fine di qualcosa che c’è da sempre, ma con delle scelte stilistiche diverse, facendo quasi intendere che non è proprio la fine. C’è ancora qualcosa dopo, qualcosa che i telespettatori forse non vedranno mai. Qualcosa che è libero di essere immaginato come lo si vuole.
Il personaggio di Sheldon Cooper è decisamente quello che ha subìto maggiori cambiamenti; fin dall’inizio ci viene presentato come un’arrogante, presuntuoso ed egocentrico scienziato di cui l’umiltà e la sensibilità non sono il suo forte. Ogni scelta, cambiamento, decisione avvenuta in 12 stagioni lo hanno portato al cambiamento finale dell’ultimo episodio, quando alla consegna del premio Nobel, ricevuto insieme alla compagna Amy Farrah Fowler, ringrazia pubblicamente i suoi amici con un monologo che farebbe piangere chiunque, semplicemente per il fatto che mai, Sheldon, era stato così umile da conferire il merito per i suoi successi ad altri oltre sé stesso, quasi come fosse stato preso da un attacco di sindrome di Stoccolma (da qui il titolo dell’episodio).

Jim Parsons ha decisamente colto l’essenza di questo personaggio, interpretandolo al migliore dei modi e facendo in modo che, sia Sheldon che Jim, avessero qualcosa da insegnare l’uno all’altro . Ottimo lavoro, Jim!
Sicuramente, come gran finale non poteva mancare una guest star d’eccezione, e chi se non Buffy l’ammazzavampiri, ovvero la bellissima Sarah Michelle Gellar che ci ha fatto sorridere per lo strano crossover, smorzando un po’ la tristezza dell’ultimo episodio.

E per ultimo, la scena finale; che vede tutti i protagonisti in quel famoso salotto, a mangiare sul divano come da sempre siamo abituati a vedere e in sottofondo History of Everything (la famosissima canzone della sigla) in chiave quasi malinconica. L’inquadratura si allontana lentamente, permettendoci di assaporare ancora gli ultimi istanti con i nostri amici, vedendoli sorridere per un’ultima volta tutti insieme.
Ci mancherete Sheldon, Leonard, Howard, Raj, Penny, Bernadette, Amy.

Uno dei finali più belli e commoventi delle serie tv ❤
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