Che i film e le serie tv tratti dai libri non riescano mai a soddisfare i lettori pare essere un principio difficile da confutare, ma Lemony Snicket: una serie di sfortunati eventi è l’eccezione che conferma la regola.
La serie targata Netflix arriva dopo un film (Una serie di sfortunati eventi, 2004, diretto da Brad Silberling), vari audiolibri e un videogioco (Activision, 2004 per GameCube, Playstation 2, Xbox, PC e Game Boy Advance) e coinvolge nell’adattamento Daniel Handler, ovvero Lemony Snicket in persona.
Dopo l’annullamento dei sequel del film che vedeva Jim Carrey nel ruolo del malvagio Conte Olaf, Handler si era detto entusiasta della realizzazione della serie TV, tuttavia dopo aver realizzato l’adattamento di tutti i tredici libri che compongono la saga, l’autore ha preso attivamente parte all’esecuzione solo della prima stagione, composta da otto episodi che coprono i primi quattro libri.
La sua assenza si è notata nelle due stagioni successive – composte rispettivamente da dieci e sette episodi – che hanno visto un maggiore distacco dai romanzi, sebbene solo i più affezionati fan degli orfani Baudelaire si siano accorti delle piccole modifiche e dei dettagli aggiunti da Barry Sonnenfeld e Mark Hudis, produttori esecutivi della serie.
Sebbene la serie ad alcuni sia parsa di minore impatto rispetto al film, ha ottenuto un’accoglienza eccezionale da parte della critica, con valutazioni eccellenti da parte di Variety, dove Sonia Saraya l’ha definito “strano, meraviglioso capolavoro –– una buffa dramedy gotica che potrebbe benissimo essere il risultato di ciò che accadrebbe se Wes Anderson e Tim Burton decidessero di fare una serie televisiva insieme“, mentre Neil Genzlinger del New York Times ha scritto che “L’intera iniziativa è confezionata con un look da grande produzione e servita con rispetto nei confronti dell’abilità delle menti giovani di cogliere l’umorismo non convenzionale e fuori luogo, la stessa qualità che ha reso i libri così apprezzati”.
Anche David Wiegand del San Francisco Chronicle ha apprezzato la serie, tanto da scrivere che “esige di essere vista tutta d’un fiato. Che voi siate dei bambini o che siate giovani nell’animo, ridacchierete così tanto di fronte alle scanzonate malefatte melodrammatiche di ogni episodio che passerete subito all’episodio successivo”.
A interpretare il Conte Olaf, questa volta è Neil Patrick Harris, la cui interpretazione Ben Travers di Indiewire ha lodato definendola “ampiamente variegata eppure perfettamente misurata”.
La trama di Una serie di sfortunati eventi è piuttosto semplice, e non lo è per nulla: un giorno i genitori di tre ragazzi muoiono in un incendio e da quel momento Violet (Malina Weissman), un’inventrice, Klaus (Louis Hynes), un ricercatore, e la piccola Sunny (Presley Smith) dalla prodigiosa dentatura che le permette di scalare pozzi usando i denti come ramponi, ma che in breve scoprirà una prodigiosa abilità culinaria, diventano gli orfani Baudelaire.
I ragazzi vengono affidati, di libro in libro e quindi ogni due episodi, a una serie di tutori bizzarri, personaggi che loro non hanno mai sentito nominare, ma che conoscevano molto bene i loro genitori.
Puntualmente i tutori si scontrano con il malvagio Conte Olaf, un attore privo di talento che vuole mettere le mani sulla fortuna degli orfani Baudelaire che, circondati da adulti incapaci di riconoscere il malvagio sotto i suoi ridicoli travestimenti, sono costretti a sfuggire ai suoi piani contando unicamente sulle proprie capacità.
A raccontare le loro vicende è Lemony Snicket, pseudonimo dell’autore, interpretato da Patrick Warburton.
Dietro all’intera surreale vicenda c’è però un mistero celato dalle lettere V.F. il cui significato i tre ragazzi dovranno scoprire per determinare chi sono i buoni e chi i cattivi.
Tra i pregi della trasposizione dei romanzi va sicuramente annoverato il mantenimento dei numerosi giochi di parole, dei doppisensi e del messaggio proposto dai libri che, pur essendo considerati generalmente un prodotto “per bambini” hanno più di una chiave di lettura e che non sono adatti ai più piccoli.
Se da un lato i più giovani possono cogliere lo spirito avventuroso della storia, a occhi adulti non sfuggono i contenuti maturi, discutibili, inquietanti e angoscianti; i bambini infatti si scontrano con abusi di vario genere, dalla morte all’incendio doloso, passando per abbandono, paura e disperazione.
Snicket, Handler, ha infatti dichiarato di aver scritto Una serie di sfortunati eventi perché stanco di come i libri per bambini diano aspettative non realistiche.
Handler, assieme a Nick Urata, ha scritto anche i testi della sigla che, facendo uso della psicologia inversa, invita lo spettatore a non guardare la serie mentre anticipa dettagli degli episodi che seguono.
Nella versione originale, la sigla è cantata da Neil Patrick Harris, mentre nella versione italiana è cantata da Nanni Baldini (voce di Stewie Griffin ne I Griffin, e di Ciuchino in Shrek, oltre a essere la voce ufficiale di Adam Goldberg). La colonna sonora è composta da James Newton Howard (otto candidature al Premio Oscar e quattro al Golden Globe).