Quattro chiacchiere con…Marco Albiero

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Marco Albiero ( 03/05/1981 ) mangaka, illustratore,fumettista, è uno dei migliori artisti a livello europeo, tra i più quotati nel suo settore. Artista generoso, con la passione per l’oriente, curioso, talentuoso e umile. Ci ha concesso una breve intervista e l’utilizzo dei bellissimi disegni che vedete, che vogliamo condividere con voi.

Domanda: Marco, hai una lunghissima carriera alle spalle. A quale delle tue opere sei più affezionato?

Risposta: Ciao a tutti, piacere Marco. Le opere a cui sono più legato sono le style guide delle 5 serie di “Sailor Moon” e le illustrazioni del gioco da tavola “Witch & bitch” realizzato con Immanuel Casto.

D: Illustrazioni, copertine, merchandise, giochi di società, copertine musicali. Cos’altro ci regalerai col tuo talento?

R: Spero tanto altro!

D: Cosa vuol dire essere un mangaka in Italia?

R: Essere un mangaka in Italia significa lavorare con uno stile e una tecnica di disegno e di narrazione, diversa dalla nostra cultura, ma che, fortunatamente, negli ultimi anni è anche nostra.

D: Qual è stato il momento più bello del tuo percorso?

R: Ci sono stati molti momenti belli nel mio percorso lavorativo, ma forse il migliore è quando mi hanno detto che, la signora Naoko Takeuchi, autrice di “Sailor Moon” aveva scelto le mie illustrazioni per il rilancio mondiale della sua serie!

D: Hai subito anche delle critiche nel tuo percorso. Qual è stata la più dura?

R: Ne ho ricevute e ne ricevo ovviamente molte. Ci sono critiche e critiche, ma forse quelle che faccio più fatica a digerire sono quelle fatte senza sapere che dietro ad un lavoro io devo eseguire le volontà di chi sta sopra di me.

D: A quale manga ti senti più legato?

R: I manga a cui sono più legato sono “Saint Seiya” e “Sailor Moon”, che mi hanno insegnato molti valori, come quelli della giustizia.

D: Se potessi essere il protagonista di un manga, chi saresti?

R: Mi rivedo molto in Usagi/Sailor Moon e anche Pai di 3x3Eyes.

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D: Che consigli daresti a chi vuole intraprendere il tuo stesso mestiere?

R: Non è affatto facile lavorare come illustratore, ma come essere un libero professionista in generale! Oggi poi i social sono molto d’aiuto per farsi conoscere sia dal pubblico
che da possibili datori di lavoro. Di non scendere a compromessi con “pseudo-editori” che non ti seguono e ti pubblicano in cambio solo di una piccola percentuale sulle vendite dei propri lavori; tenete in considerazione che dovreste essere retribuiti anche per ogni tavola realizzata. Per avere successo, in qualsiasi attività, bisogna poi sempre rispettare leregole delle “7-T”:
Talento: Bisogna essere predisposti per una certa attività, ad esempio io non potrei mai fare la ballerina classica
Tenacia: Non bisogna arrendersi alle difficoltà che si presentano e allenarsi sempre!
Tolleranza: Bisogna saper rispettare sia chi ci sostiene con critiche positive e critiche negative, per poter correggere i nostri difetti o punti deboli.
Tempismo: Si deve cogliere l’attimo!
Tenerezza: Bisogna imparare ad essere umili, perché chi si loda s’imbroda…
Terra: Dobbiamo ricordarci sempre delle nostre origini!
Testa: Infine si deve essere sempre ottimisti!

D: Nel corso degli anni hai strizzato l’occhio anche al sociale. Quale causa ti sta più a cuore?
R: Sinceramente non ho delle preferenze, ogni lavoro se fatto per una buona causa è degno di rispetto.

D: Che messaggio speri di lanciare con il tuo lavoro?
R: Voglio trasmettere positività e spero di riuscirci!

D: Cosa speri che il tuo pubblico ricordi di te in futuro?
R:Spero che il mio pubblico si ricordi di me per il mio impegno, a prescindere dal lavoro svolto.

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D: Cosa non sappiamo ancora di Marco Albiero?
R: Non spoilero nulla! Continuate a seguirmi e scoprirete sempre cose nuove…

D: Che idea ti sei fatto delle modifiche che Netflix sta apportando a Saint Seiya ovvero rispetto alla scelta di sostituire Shun Di Andromeda con Shaun, una donna, che opinione hai?
R: Trovo l’idea di cambiare di sesso ad un personaggio come Andromeda/Shun nel remake in computer grafica de I Cavalieri dello Zodiaco/Saint Seiya per Netflix, una grande idiozia. L’autore e regista di questa assurda scelta, Eugene Son (che almeno si è preso la responsabilità), ha spiegato le sue ragioni sul suo account Twitter . Son afferma che Toei Animation all’inizio non era assolutamente d’accordo sulla scelta, ma a quanto pare l’ha conc€$$a…
Le sue argomentazioni non hanno convinto il pubblico che considera questa decisione un passo indietro in termini di inclusione, perché elimina un’importante rappresentazione. A partire da quella secondo cui le ragazze non sarebbero state rappresentate a sufficienza nella serie nei cartoni animati giapponesi dell’epoca. Si è giustificato sbandierando l’assenza di personaggi femminili forti, deve essersi perso Athena/Saori, Shaina, Marin, per non dimenticarsi di June Bronze Saint della costellazione del Camaleonte che tutti si dimenticano e tante altre…
La questione sta in poco posto: Non ne avevamo assolutamente bisogno. Non ne avevano bisogno le ragazze, le quali sono perfettamente in grado (e si divertono anche) di identificarsi in personaggi maschili. Non ne avevano bisogno nemmeno i ragazzi, per i quali Andromeda/Shun rappresentava un tipo di virilità diversa, meno accentuata e forse per questo molto meno stereotipata. Andromeda fin dai primi episodi non passava inosservato: Un ragazzo dai tratti femminili e con un’ armatura rosa confetto era uno dei protagonisti? Incredibili! Mai si era visto un personaggio del genere in un cartone animato! La sua natura gentile lo spingeva a non combattere o a non usare appieno i
suoi poteri, a meno che non si trovasse costretto e spesso veniva salvato dal fratello maggiore Phoenix/Ikki. Ma questo escamotage serviva anche per rendere più figo il Cavaliere della Fenice! Lui era il ragazzo gentile che non voleva picchiare e fare del male, esistono anche persone così. Andromeda/Shun era il ragazzo sensibile, quello
che più di tutti richiedeva senso di protezione anziché offrirla .Nonostante (o, meglio, grazie a) le sue caratteristiche vicine al femminile, Andromeda/Shun non si tira indietro, fa del suo meglio, arriva da solo in cima alle Dodici Case dello Zodiaco assieme al protagonista e ne sconfigge il Cavaliere D’Oro a protezione, dimostrando una forza straordinaria e facendo vedere a tutti che non serviva essere un bullo per essere forte. Chi ha proposto questa idea per Andromeda/Shun, non ha capito veramente nulla delle potenzialità della caratterizzazione di questo personaggio, che lo ha reso unico tra tutte le serie animate.In tutte le altre serie, dove al gruppo di eroi veniva affidato un colore,
in questa serie per la prima volta il personaggio “rosa” (generalmente colore affidato ad una ragazza) era affidato ad un ragazzo (a prescindere dei suoi gusti sessuali e non era una macchietta) e nessuno nella serie si faceva più di tanti scrupoli per questo, specialmente i suoi compagni. Il fatto che se lo siano fatti gli addetti ai lavori nel 2018, per una serie di una piattaforma che ha dimostrato di essere sensibile a questi argomenti e di mentalità aperta come Netflix, è una grande, enorme errore. Sono amareggiato perché Andromeda/Shun, offriva una rappresentazione della mascolinità non allineata ai classici standard, contrastando gli stereotipi già a partire dal colore della sua armatura. Il fatto è che piaceva comunque un sacco al pubblico femminile anche per questo! Ripeto, è un’offesa sia per le ragazze che per i ragazzi. L’eterocentrismo maschilista danneggia principalmente tutti quegli che come espressione di genere, fisicità, non corrispondono all’immagine del maschio virile e Eugene Son nel tentativo di risultare femminista ha ottenuto il contrario! A meno che tutto questo non sia stata una mossa strategica pubblicitaria per farne parlare il più possibile e avere la curiosità di vedere comunque la serie; Ma non ha tenuto in considerazione il detto: “Scherzo con i fanti ma lascia stare i Santi…” Magari qualcuno penserà che questo polverone sia esagerato, invece gli rispondo di no. Ci sono sicuramente problemi più gravi al mondo, ma lavorando nel settore devo confermare la mia presa di posizione.
Andromeda/Shun era un personaggio unico, una vera icona per molti, ed è un peccato che per avere una presenza femminile in più, si sia deciso di eliminare un importante tipo di rappresentazione maschile che non solo ha fatto storia, ma è stata un punto di riferimento per molti ragazzi e ragazze da più di 20 anni.

D: In passato tu stesso hai trasformato le guerriere Sailor in ragazzi, cosa c’è di diverso ora?
R: In teoria non erano le guerriere Sailor in versione ragazzi, ma nuovi personaggi legati ai satelliti dei pianeti delle guerriere Sailor. La differenza è che i miei personaggi erano semplicemente delle fanart non dei prodotti ufficiali.

D: Cosa avresti cambiato per renderla al passo con i tempi?
R: Essendo un ramake non avrei cambiato nulla, anche perchè una serie come “Saint Seiya” ha dei valori ancora al passo con i nsotri tempi.

D:Hai lavorato per quasi tutti gli episodi de I Cavalieri dello zodiaco. Qual è il tuo capitolo preferito?
R: Non ho lavorato per gli episodi dei “Cavalieri dello Zodiaco“, in ogni caso i prodotti ad essi che preferisco sono la serie classica e gli Oav/Film.

D: Quale è stato il personaggio più difficile da riprodurre? Perché?
R: Forse i personaggi più difficili da rappresentare sono quelli con molti dettagli, come le armature divine, mentre fisicamente ho difficoltà con Aioria, perchè il suo chara designe cambia molto da serie a serie.

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D: Ci parli della tua collaborazione con Immanuel Casto? Com’è nata?
R: Non mi ricordo esattamente chi mi fece conoscere i brani di Manuel (Immanuel Casto) in rete, ma ne fui folgorato e iniziai a seguirlo da subito! Di persona lo conobbi durante il Lucca Comics del 2013 avendo realizzato una carta in “SQUILLO- Bordello d’Oriente” dopo un bando di concorso per illustratori. Pubblicarono la mia intitolata “Vendita di biancheria usata”. Da allora rimanemmo in contatto fino al giugno del 2016 quando mi telefonò per illuminarmi su una sua fantastica idea: “Voglio fare un nuovo gioco da tavola, voglio chiamarlo “Witch & Bitch” e ho pensato a te per illustrarlo: Sono 5 streghe che scendono sulla terra con 7 scuole di magia (Fuoco, Ghiaccio, Fulmine, Cinetica, Luce Oscurità e… Seduzione!) e devono combattere contro fanatici religiosi, omofobi, omeopati, unicorni… Insomma, le solite cose…!” Mentre me ne parlava io le vedevo già nella mia mente il loro chara-designe e lanciare i loro incantesimi! Mi recai da lui a Bologna mostrandogli i miei primi schizzi delle 5 streghe che gli piacquero tantissimo, e mi fece provare il prototipo del gioco, assieme a due suoi fidati amici e mi divertii tantissimo (anche perchè fui io, con un drago di fuoco, a sconfiggere il mostro finale Salviny!!!)
Witch & Bitch è un gioco da tavolo in cui ogni giocatore interpreta una strega, con lo scopo di salvare il mondo dalla minaccia descritta dallo scenario scelto o di stabilire chi è la più “bitch” in una spietata battaglia all’ultimo incantesimo. Le streghe avranno a disposizione 7 scuole di magia: Fuoco, Ghiaccio, Fulmine, Cinetica, Luce, Oscurità e Seduzione.
Per ogni scuola sono disponibili 6 incantesimi, per un totale di 42 incantesimi da combinare per rendere ogni partita diversa. La mappa di gioco verrà composta in base alla missione.

D: In Witch&Bitch le protagoniste si ritrovano a dover usare i loro poteri per combattere i grandi stereotipi della società odierna. Satira molto forte o critica aspra?
R: No, si tratta semplicemente dei veri mali che affliggono il nostro mondo al giorno d’oggi! Ovviamente conditi da ironia!

SAILOR-MOON-MONOPOLY

D: Quale domanda non vorresti ti fosse mai fatta?
R:La domanda che non vorrei che mi fosse mai fatta è:”Quale domanda non vorresti ti fosse mai fatta?”

D: Quale domanda non ti viene mai fatta?
R:La domanda che non mi viene mai fatta è: “Fatti una domanda e datti una risposta!”

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